Capitolo Quinto

Wendy era contenta per Dave che stava realizzando i suoi sogni e si gettò a capofitto nel lavoro.

La terapia con l’architetto andava a gonfie vele, lui era sempre più innamorato di Joanna che cominciava a contraccambiare ed era proprio la persona giusta.

Lei così determinata, efficiente e intelligente dava molta sicurezza anche agli altri: proprio quello di cui aveva bisogno lui; inoltre era molto carina e insieme formavano una bellissima coppia.

Cominciarono anche le sedute con Rosabel, ragazza molto matura, con programmi ben definiti per la sua vita: la scuola e un lavoro nel campo della sanità.

Completamente diversa dalla cugina Ana, non aveva tempo per pensare ai ragazzi, impegnata com’era con lo studio per raggiungere al più presto i suoi obbiettivi.

Si rendeva conto del significato di diventare mamma di un bambino non suo ma che avrebbe portato nella pancia per nove mesi, partorito e forse mai più rivisto.

Si consolava del fatto che quel piccolino sarebbe stato felice con i suoi genitori, avrebbe avuto un’infanzia migliore di quella che lei avrebbe potuto offrirle.

Inoltre, frequentando la coppia che le aveva chiesto la sua collaborazione, aveva imparato a stimarla e ad affezionarsi a loro: era contenta di poterli aiutare, un po’ dispiaciuta di essere pagata per questo, ma per lei i soldi erano necessari.

Ana, al contrario, sembrava attraversare un periodo di benessere dal punto di vista finanziario; infatti indossava spesso nuovi vestiti, scarpe eleganti e qualche gioiello in più.

Forse i padri dei suoi figli erano diventati più generosi o avevano trovato lavori più redditizi.

Wendy era contenta per lei e ne parlò con Rosabel che alle parole della dottoressa diventò rossa per l’imbarazzo: non condivideva molto il tipo di vita della cugina.

Anche Frida aveva notato quei cambiamenti e lei, che era sempre molto diretta con le persone, chiese ad Ana cosa le era successo per potersi permettere quei piccoli lussi inusuali.

Fu molto evasiva nel rispondere, accennò a un cugino che aveva fatto fortuna ed era venuto ad abitare con loro, dimostrandosi molto generoso.

Nessuno credette a quella storia, sperarono solo che non si fosse data alla prostituzione.

Un pomeriggio che Wendy si trovò a passare nelle vicinanze della casa di Ana e Rosabel, pensò di fare loro un’improvvisata e suonò al cancello di ingresso del piccolo giardino davanti alla loro casa.

Vide un uomo uscire di corsa da una porta laterale e fuggire dietro la casa, nessun dubbio, riconobbe subito quella persona!

Ana corse ad aprirle il cancello e con una voce un po’ affannata le disse:

“Ma che bella sorpresa dottoressa! Venga dentro, ci sono tutti gli altri”.

“Veramente avrei bisogno di parlarti in un posto tranquillo”, rispose Wendy gelandola con lo sguardo come sapeva fare lei quando era arrabbiata.

Ana non osò replicare e la condusse in una piccola stanzetta di fianco alla casa dove tenevano gli attrezzi del giardino.

“Mi scusi ma non c’è niente di meglio che questo posto per stare in pace”.

Tra una pala, un rastrello, sacchi di terra e di concime, trovarono due sgabelli traballanti e lì si sistemarono.

Wendy prese le mani di Ana tra le sue e fissandola negli occhi le disse che voleva sapere tutta la verità su quello che stava succedendo in quella casa. In caso contrario avrebbe chiamato subito la Polizia.

Sapeva che si sarebbe cacciata in un grosso guaio ma non si fidava molto di quello strano ispettore, Climber, e il Giudice che le aveva affidato lo ‘Stalker’ le era proprio odioso.

Dopotutto era lei che si occupava di quei due che si erano dati alla fuga e sentiva il dovere e anche il diritto di chiarire la faccenda in prima persona.

“Ho visto chi è fuggito dietro la casa quando sono arrivata, lo conosco bene”, disse Wendy.

Ana, che probabilmente non vedeva l’ora di liberarsi di un peso, le rispose: “Ha proprio ragione, l’uomo che ha visto fuggire sul retro è il suo paziente, lo sto nascondendo qui

da quella notte in cui fuggì, ma nessuno lo sa e lo ha visto. Ora vado a chiamarlo”.

Wendy rimase in trepidante attesa ponendosi un sacco di domande. Forse era stata troppo impulsiva, forse avrebbe dovuto chiedere subito aiuto, forse era in grave pericolo, Forse, forse, forse e non c’era neanche Dave che avrebbe potuto aiutarla.

Finalmente un cigolio della porta la distrasse dalle sue angosce ed entrò Ana che si trascinava dietro un essere tremolante, paonazzo in viso, barba lunga e vestito come un barbone: era lo ‘Stalker’!

Wendy ebbe un moto di pena per lui, sempre così elegante, sicuro di sé e vederlo in quello stato la turbò molto. Pregò Ana di lasciarli soli e lei lo fece.

Cercò di calmarlo, rassicurarlo che non voleva fargli del male, ma solo capire che cosa era successo per poterlo aiutare.

Lei aveva abbastanza esperienza per sapere come comportarsi in una situazione del genere e c’era solo un sistema per farlo confessare: guadagnare la sua fiducia, fargli sentire che era dalla sua parte.

Quando le sembrò il momento giusto gli chiese: “Lei dov’è?”, naturalmente riferendosi alla Signora ‘Depressa’ che era sparita con lui la notte del concerto.

Lui con un filo di voce le rispose che non sapeva più niente di lei da allora, anzi, era molto preoccupato per quello che Ana gli aveva detto.

Era sparita ma non con lui, poteva giurarlo e, cominciò un racconto che Wendy ascoltò senza interrompere quel poveretto che sembrava letteralmente impazzito.

Incontrandosi nella sala d’attesa di Wendy avevano cominciato a chiacchierare e a conoscersi meglio.

Frequentandosi si raccontavano i loro guai, si divertivano e, inevitabilmente, si innamorarono.

Lei era stufa di quel marito che l’aveva trasformata in una donna completamente diversa da quella che lei era in realtà, la costringeva a una vita vuota, insulsa, della quale niente le interessava, le apparteneva.

Non aveva il coraggio di ribellarsi, di fuggire e lo accontentava in tutto.

Così quando aveva incontrato quel ragazzo simpatico, gentile, che la faceva sentire la ragazza felice che era stata un tempo, si era aggrappata a lui come a un’ancora di salvezza.

Voleva cambiare vita, a qualsiasi costo, trovare il coraggio di fare quello che avrebbe dovuto fare da molto tempo: lasciare il marito.

Man mano che raccontava lo ‘Stalker’ si calmava, riacquistava un’aria più tranquilla e aveva smesso di tremare.

Wendy si rendeva conto che fino a quel punto del racconto non aveva scoperto niente di nuovo, erano tutte cose che già sapeva ma, anche se avrebbe voluto tempestare di domande quel povero disgraziato, si imponeva di tacere e lo lasciò continuare.

“Era la prima volta che mi piaceva una ragazza per quello che era e non per quello che aveva, sa, dottoressa. Mi sono innamorato molte volte ma c’era qualcosa in me che mi faceva diventare possessivo e con la voglia di dimostrare che ero io il migliore, io che potevo comandare e ottenere dall’altra persona tutto quello che volevo”.

Finalmente stava venendo fuori ciò che lui non aveva mai ammesso, pensò Wendy, sì che era un abile manipolatore ma forse questa volta diceva la verità, comunque era troppo presto per dirlo.

Continua….