Strani, pesanti silenzi e il suo sguardo perso, lontano.
Di loro due non era più rimasto niente, lo sentiva.
Poi, un giorno, era accaduto. Così, naturalmente.
Come le foglie d’autunno se n’era andato, senza far rumore.
Nessun dolore per lei, solo una zaffata d’aria gelida al cuore.
Si erano spettinati i suoi pensieri al vento di quella strana libertà.
Si specchiò e non si riconobbe.
Sotto la maschera delle verticali certezze,
resa impenetrabile da anni di consuetudini,
strati di emozioni vivide e colorate.
Tutte ancora lì, da assaporare.
Si sfiorò il viso.
E, come polvere, le sue rughe caddero giù
scoprendo universi inesplorati.
Quel giorno, al risveglio,
la sua anima compose una canzone .

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