All’urlo di un “gne, gne, addà addà”, procede a fatica tra le corsie, felice schiava di un piccolo, paffuto dittatore dall’imperioso dito.

Ha occhi vogliosi il suo Pavarotti in erba dall’ugola promettente ma ancora dai toni da soprano e nonna Nennè avanza sorridente nonostante le emissioni sonore da 85 decibel che si elevano dal passeggino-carrello.

Il piccolo Mattia di mesi 14 ha già capito tutto della vita: occorrono buoni polmoni, corde vocali ben lubrificate, mimica da tragedia greca, dito da dittatore che, come ago di una bussola, indica sempre infallibilmente là: al reparto giocattoli.

Come abbia fatto a memorizzare la planimetria del market, è un mistero che comunque rende orgogliosa la dolce nonnina che tra sé e sé pensa: ma quant’è furbo l’amore di nonna.

Spostandosi dal reparto oli e farine a quello caffè e dolciumi, si deve passare davanti a quello dei giocattoli ed è lì che inizia la tragedia.

Un robot rosso messo proprio all’inizio corsia è un richiamo potentissimo e, come si sa, quando scocca la passione…

«Addà, Addà!» e poi attacca una sirena tale che tutti si fermano un istante sospettando qualche immane sventura.

Ma l’amorosa e sempre sorridente nonnina cerca di depistarlo indicandogli un bancale con dei fiori ed inizia una sorta di conversazione in ‘nonnese’ , una lingua capace di assassinare i neuroni più arditi e trasportare in una specie di stato ipnotico.

«Guarda amore nonna i fiorellini nonna! Beeeelli Mattia! Belli!».

Ma Mattia con una torsione del busto di centottanta gradi, all’urlo di un “gne, gne, addà addà”e dito imperioso come una statua di Augusto indica là, strillando, quel robot rosso.

Qualcuno si volta a guardare e scuote il capo borbottando di bambini viziati, capricci e salutari sculacciate.

Ma che ne sanno loro di quanto è bello, buono e bravo Mattia! pensa la dolce Nennè mentre prova a placare quella furia strepitante cambiando lo sfondo a cotanta tragedia e si sposta al reparto frutta e verdura.

«Guarda nonna che belli i pomodori!… Guarda i pomodori nonna. E questi finocchiiiii nonna. Guarda i finocchi nonna quelli che , si guarda nonna, questi che babbo mangia. Ammmmmm! Come fa babbo? Fallo vedere alla signora, nonna. Come fa babbo? Ammmmmm! Uuuuuuuuu le carotineeeee!!! Non toccare nonna, no no lasciale , ascolta nonna. Ecco, bravo nonna, lascia le carotine. Adesso andiamo a casa , vero nonna, a fare la pappa nonna… No, Mattia , le melle no. Mamma ha detto “no Melle a Mattia”. Cattiva mamma? Noooo buona mamma. ».

Ma Mattia non dimentica, tutto suo nonno Dio l’abbia in gloria.

E così, alla fine, ecco arrivare alla cassa nonna Nennè, tutta orgogliosa per quel meraviglioso , tenero esserino che ora è impegnato a rigirare tra le mani un pacchetto di ‘melle’, un robot rosso e, visto che ci si trovava, anche una scatola di macchinine.

Dal suo canto, Mattia è soddisfatto, almeno per qualche minuto, fino a che non fa volare via dal passeggino il robot rosso che lo ha già annoiato.

Anche oggi ha imparato qualcosa, ha poi rinforzato il convincimento che tutto è dovuto, che occorre urlare forte per ottenere e ha già deciso che la prossima volta porterà i decibel a 90, se occorrerà.

Per la costruzione di un linguaggio appropriato ed un pensiero coerente, il problema è rinviato a tempo da destinarsi, se mai arriverà.

Ma vorrà sempre tantissimo bene alla sua nonnina.

Foto dal web.