“Dai, Enrico, vieni a mangiare. Quante volte ti debbo chiamare…”

Il piccolo Rico malvolentieri lascia il joystick e passa per il tinello ove il padre Gianni, seduto spalmato sul divano, guarda una partita di football mentre fuma ingordamente la quinta sigaretta consecutiva e tracanna un bicchierone di Campari concedendosi sonore esclamazioni del tipo: a li mort, figlio de…, a str. passa ‘a palla …, porc.,,”.

“ Certo che non la vuoi capire l’ educazione! “, continua la madre con la solita solfa, “ lascia stare quei videogiochi che ti rimbambiscono il cervello e fai tutto quel casino con l’audio. Aiutami ad apparecchiare” .

Rico sbuffando stende la tovaglia e pone le stoviglie che la mamma gli consegna mentre di là si sente un urlo straziato da evento epocale e tragico tipo ‘ è scoppiata una guerra’ oppure ‘ i marziani sono scesi per eliminarci tutti’ insieme a sbattute di piedi e calci ad una sedia.

“ Hai finiti i compiti? Guarda che ti controllo! Ho parlato con la maestra Letizia ed ha detto che non ti impegni, non stai fermo mai e fai gesti d’insofferenza. Ti aveva dato da leggere tre pagine del ‘Piccolo Principe’ e non lo hai fatto…”.

Al silenzio colpevole di Rico, “ Deciditi di aprire quei libri e poi …pure le spese extra ci tocca fare per i libri di lettura quando non si arriva a fine mese. Sarebbe stato meglio che l’avessi spesi per l’estetista”.

“Uffa con questi libri, perché io debbo leggerli se tu e babbo non ne leggete mai?”, pensa Rico infastidito all’idea.

Intanto di là giunge una voce: “ È pronta cena ?”

È finita adesso la partita e Sandro, il padre, entra in cucina e si siede al suo posto ancora sbuffando.

“ Chissà che fai tutto il giorno. Esci alle sedici dal lavoro; che ti ci vuole a cucinare due fettine! “

Poi, ripensando alla partita, borbotta in modo chiaro tra i denti:

“Queste partite…tutte vendute, tutti ladri. A che serve lavorare? Ah, ma io faccio timbrare Aldo e me ne vado via visto che c’è chi lo fa più di me. E poi, tanto non serve a niente stare lì, è inutile darsi da fare. Non ti pagano di più se lavori.” Poi guardando Rico: “ Ho capito bene che non studi e non ti comporti bene? Ah, guarda, se non ti ci metti seriamente ti tolgo la console ed il telefonino. “.

Si, Rico sta imparando e pure in fretta. L’educazione non passa solo per i libri, in gran parte è nell’aria che è intorno.

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