Ah la iattura della consapevolezza!
Potessi scrollarmela di dosso come fa un cane con la sua pulce, e felicemente illudermi di essere ciò che non sono e forse mai sarò.
E realmente credere a questa mia finzione, trovando nell’amnesia irreversibile quella pace mentale a cui fervidamente aspiro.

Eppure lo pagherei questo prezzo senza pensare neppure un istante alle conseguenze degli effetti collaterali.
La mia testa finalmente depurata da tutte le frenesie e i tremori che l’agitano, con una mente pulita pulita pulita, e poche nozioni fondamentali impresse nel suo fondo, indispensabile promemoria a cui attenermi nel caso disgraziato in cui si palesi un dubbio esistenziale, un sospetto amaro che possa mettere in discussione la mia identità precostituita e ritornare al punto di partenza.
Perché c’è sempre una falla nel sistema.