Ti stavo aspettando, ero in ansia, il tempo trascorreva troppo lento e sembrava essersi impigrito come un fannullone sfaccendato.
Mi ero preparata con cura, dedicando il tempo necessario per rendermi carina e desiderabile.
Ma non era così che mi vedevo e mi sentivo agitata al pensiero di incontrarti.
Era il nostro primo vero appuntamento e io avevo voglia di scoprire il tuo profumo di uomo, di accarezzare la tua pelle, di toccare i tuoi capelli.
L’aria era tiepida e aveva il dolce profumo della primavera.
Era la fine di maggio, di un giorno lontano, magico, intenso e lo ricordo con struggente nostalgia.
Quando ti vidi mi emozionai così tanto che incespicai nelle parole e mi sorpresi a pensare:
“Sarebbe bello catturare le nostre emozioni e fermarle qui nel tempo, per sempre!”
Invece tutto è volato via troppo in fretta, mi è rimasto il profumo dei ricordi, di abbracci e baci appassionati, di parole sussurrate, dei nostri corpi baciati dalla luna che ci osservava curiosa, per poi lasciarci soli, sorpresi dai primi raggi del sole, abbracciati nel sonno.
Rileggo ancora una volta le tue lettere piene d’amore.
Conosco ogni parola a memoria. Adesso mi sento malinconica e sola e penso:
“Perché le cose belle non si possono rivivere almeno due volte?”