Ritornare al lavoro è traumatizzante, bisognerebbe vivere in un eterno, piccolo e ristretto periodo di vacanze nel quale troneggiano i bagliori di spiagge affollate, dove tutto subisce il rallentamento e il languore del rilassamento fisico e mentale.
Quel breve tempo scolpito da bagni di sole, aperitivi lunghi in luoghi tranquilli e pieni di turisti spensierati, dove stralci di cielo azzurro e voli di gabbiani s’intrecciano tra loro e riempiono il cuore di quella pace indescrivibile e quieta che ti porta a sognare e a tornare a essere uno spensierato bambino.
Godere del piacere di lunghe passeggiate su spiagge infuocate dal sole, seguire il suo lungo percorso fino a quando si lascia andare, piano, per morire in un abbraccio ardente con il mare. Oppure, bearsi di solitarie camminate a piedi nudi quando la spiaggia respira la purezza dell’aria fresca del mattino, il mare sembra di cristallo e brilla come un gioiello lambendo la sabbia pulita e ancora intatta prima dell’arrivo della gente che insozza tutto questo splendido ordine naturale.
Vorrei lasciare scorrere il tempo senza pensieri, senza vincoli e impegni, senza lo stress che incombe come una tagliola sempre in agguato e pronta a colpire a tradimento.
Bearsi di bagni rinfrescanti durante quelle magiche e tiepide notti d’estate, dove il cielo sembra immenso, cosparso di stelle luminose come lucciole mentre, da lassù, la luna piena, risplende come una regina e sonnecchiando, ti osserva languida e ti spia come una sentinella benevola e sorridente, senza metterti fretta.
Bisognerebbe lasciare ogni tanto la frenesia della vita quotidiana e fare una vacanza, abbandonare la città per camminare in sentieri odorosi di mirto, inerpicarsi sui fianchi di dolci colline e immergersi nei boschi in solitarie arrampicate in mezzo al verde delle colline che ci circondano per trovare la pace, quel miracolo tanto ambito che ritrovi solo quando rallenti l’andatura e ti soffermi ad abbracciare la natura stessa.
Sarebbe un sogno poter entrare dolcemente nell’autunno, dilatare la quiete del clima vacanziero che presagisce l’imminente tempesta dello scioccante ritorno al lavoro, ricominciare senza traumatizzanti e odiose sveglie che ti strappano con violenza dai tuoi beati sogni, liberarsi dall’orologio che ti fissa imperterrito scandendo i tuoi impegni con precisa determinazione.
Bisognerebbe poter prolungare quel tempo tranquillo di vacanze durante il quale riesci a frequentare gli amici che normalmente trascuri; il tempo durante il quale riesci leggere un buon libro tutto in un fiato e t’immergi dentro la storia dimenticando la tua e persino chi sei.
Sarebbe fantastico passare la giornata ignorando il cicaleccio continuo dei messaggi di WhatsApp e permetterti di pensare: «Chi se ne frega del mondo, sono o non sono in vacanza?».
Andare a cena vestita come vuoi, senza tacchi, senza trucco, con quella vecchia tunica turchese trasandata e sbiadita che porti con noncuranza da anni; con le infradito di gomma blu che hai comprato tanto tempo fa da un ambulante; sabbia un po’ ovunque e con i capelli bagnati e “stressati” dalla salsedine pensando di prendersi cura di loro quando ritornerai al lavoro.
Bisognerebbe ritornare alla vita di tutti i giorni guidando al rallentatore invece di correre ogni giorno a cento l’ora, anzi che dico, a trecento, e godersi con piacere le piccole cose quotidiane. Ascoltare con interesse anche il vociare petulante della vecchina che ti aggiorna sui pettegolezzi di tutto il vicinato e che di solito saluti di fretta.
Assaporare lo sguardo di uno sconosciuto che ti sorride per strada senza motivo e ti riempie il cuore di gioia o andare a fare shopping senza guardare ogni minuto l’orologio.
Abbandono i miei pensieri di questa domenica tranquilla, solitaria, penso all’apertura delle scuole, al lavoro, agli orari da rispettare, ai mille impegni in arrivo.
Osservo le mie begonie rosa e rosse che crescono rigogliose sul mio balcone, il cane che sonnecchia pigro sdraiato ai miei piedi, le auto incolonnate in autostrada reduci da una giornata al mare e penso che bisognerebbe ogni tanto fermarsi e riflettere e regalarsi quei momenti che ci permettono di vivere la vita con il rispetto e la considerazione che merita ogni essere umano.
Invece, domani ricomincerò a correre a trecento l’ora, a guardare l’orologio, mentre vorrei poter tornare indietro nel tempo, fermarmi per riabbracciarti un’ultima volta, un solo momento, ascoltare la tua voce e respirare quel tuo profumo che è rimasto e rimarrà per sempre dentro la mia anima …
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