In risposta allo stimolo di Valentina Baldon: Sette parole a caso da un libro inserendole in un racconto: le parole da inserire sono scritte in maiuscolo.

L’EDITORE
“Pronto, Fulvio?”
“Sì, ciao Renzo”.
“Ciao, allora è pronto o no il MANOSCRITTO? Il romanzo deve uscire per Pasqua,
sarà l’ultima perla della COLLANA , ricordi?”
“Non preoccuparti, è tutto pronto, il manoscritto è qui, sul RIPIANO della libreria. Se vuoi vengo domani pomeriggio a portartelo.”
“Ma certo, ti aspetto”.
In realtà Fulvio non aveva il manoscritto pronto, aveva grosse difficoltà a scrivere il finale. Il suo INTENTO voleva essere quello di shoccare il lettore, ma non riusciva a mettere insieme qualcosa di credibile. Mise il giaccone e uscì, non poteva più RESISTERE chiuso in casa ad aspettare le parole giuste da scrivere. Era ben imbacuccato, la temperatura era sotto lo zero, le strade erano ghiacciate, preferì camminare a piedi anziché prendere l’auto. Fu così che il caso gli venne in aiuto: un’auto slittò sull’asfalto ghiacciato investendo un malcapitato signore che camminava proprio dietro Fulvio. Si spaventò tantissimo ma fu per lui una scarica di ADRENALINA provvidenziale: tornò a casa e scrisse immediatamente il suo finale.

“L’uomo camminava faticosamente sull’asfalto ghiacciato quando un’auto, slittando, lo investì in pieno. Quando arrivò l’ambulanza per il poveretto non c’era più niente da fare.
Nell’auto che l’aveva investito uno sghignazzante killer continuava la sua corsa indisturbato. La vendetta era compiuta. L’eroe era morto”.

Molto soddisfatto Fulvio si recò il giorno dopo alla Casa Editrice, restò malissimo quando gli comunicarono che Renzo, il suo editore era finito all’ospedale. Vi andò immediatamente, e trovò il povero Renzo nel letto con le gambe ingessate.
“Renzo, cosa ti è successo?”
“Oh povero me, ieri stavo camminando faticosamente sull’asfalto ghiacciato, quando un’auto è slittata e mi ha investito in pieno”.
Fulvio restò impietrito: non solo gli era successa la stessa cosa che aveva scritto lui, ma aveva usato anche le stesse parole. Mormorò un “Mi dispiace davvero”, e gli consegnò il manoscritto:
“Ti va di leggere?”
“Sì sì, almeno avrò qualcosa da fare qui, immobilizzato come sono”.
“Allora ciao Renzo, tornerò a trovarti”.

Il giorno dopo Renzo gli telefonò:
“Ehi Fulvio, ho finito il tuo romanzo, molto bello. Ho avuto una strana sensazione leggendo il finale, mi è sembrato di RICONOSCERMI!”