Continuo con i Personaggi storici ma la fantasia si insinua sempre di più nella Storia, le fonti di informazione sono vastissime e incerte. Scriverò infatti di

MOSE’

Mosè nacque in un piccolo stato che confinava con l’Egitto, grande potenza nelle mani di un dittatore, il Faraone, che era molto ambizioso e senza scrupoli.
Aveva la passione per i monumenti che faceva costruire dagli extracomunitari dei paesi vicini, sfruttandoli in modo indegno.
I risultati erano buoni, alcuni architetti copiavano le sue opere come era successo a Las Vegas e a Parigi e lui, vanitoso com’era, se ne vantava.
Voleva conquistare i paesi confinanti, tra i quali Israele, dove Mosè, ancora piccolino, abitava con i genitori.
Questi, durante una battaglia tra soldati egiziani e Israeliani, per salvare il proprio bambino, lo nascosero in un cestino e lo gettarono nel fiume.
Mosè, che nella vita precedente era stato un pesce, se la cavò molto bene.
Lo trovò la figlia del Faraone che lo prese considerandolo il suo bambolotto: lo riempiva di coccole, bacini e così Mosè trascorse una bella infanzia.

Andava spesso al mare dove c’erano spiagge bellissime, un mare con sfumature di rosso dovute ai coralli, pesci di ogni tipo.
Mosè era sempre in acqua, scopriva ogni scoglio, ogni piccola insenatura, nuotava sul fondo del mare suscitando le ansie della figlia del Faraone che si era molto affezionata a quel bimbo.
Crescendo diventò un capobanda, una guida per i ragazzi del posto e anche per quelli stranieri.
In una rissa uccise un soldato egiziano e così dovette fuggire dall’Egitto nonostante la protezione di colei che gli aveva fatto da mamma.
Ritornò in Israele e si rese conto che i suoi conterranei non se la passavano per niente bene, per colpa del Faraone alla cui corte era cresciuto.

Diventato ormai uomo cominciò a sentire una voce profonda, severa, potente che si rivolgeva a lui, solo a lui.
Mosè chiese ai parenti, agli amici ma nessuno sentiva niente e ciò lo preoccupava un po’ tanto più che questo tizio che gli parlava, gli dava ordini in continuazione e non erano cose semplici da fare ma missioni impossibili.

Pretendeva che tornasse in Egitto, dal Faraone, a chiedere la liquidazione e il passaporto per tutti gli Israeliani che lavoravano laggiù così avrebbero potuto ritornare a casa con tutto ciò che spettava loro.
Mosè, con tutto il casino che aveva combinato in Egitto, non ne aveva proprio voglia ma quella voce…..impossibile resistere.
E così partì, andò dal Faraone, gli fece le dovute richieste e ne ricevette come risposta una risata in faccia.
Mosè che era permaloso si offese, sperava almeno in una discussione e così gli lanciò una serie di maledizioni.
Fortuna volle, per lui, che poco tempo dopo, una catastrofe ambientale che non aveva una razionale spiegazione, colpì l’Egitto.
Ebbe inizio con l’inquinamento del Nilo che provocò invasioni di ogni tipo di insetti, moria degli animali che si abbeveravano al fiume, intossicazioni nei bambini che essendo più vulnerabili furono colpiti per primi.

Questa serie di tragedie fece ripensare al Faraone alle maledizioni di Mosè e, per scaramanzia e con la speranza che tutto ciò finisse, lo richiamò a corte.
Mosè ottenne il permesso di portarsi via tutti i Giudei, così erano chiamati volgarmente gli abitanti di Israele, e di sparire dall’Egitto.
Ma questo era un tranello e così, quando il gruppo di quei poveretti arrivò in riva al mare, si accorsero che i soldati egiziani li avevano seguiti per sterminarli.
Il Faraone aveva sottovalutato le conoscenze del luogo di Mosè che su quelle spiagge era cresciuto e così, attraverso la barriera corallina, i fuggitivi si allontanarono dal mare e, nonostante il male ai piedi, si misero in salvo.
Un’onda anomala fece il resto e gli egiziani che non annegarono dovettero abbandonare l’impresa.

Mosè e i suoi vagarono nel deserto per qualche mese, la vita era difficile: poca acqua, il cibo scarseggiava, le domande venivano naturali.
Dove stiamo andando? Perché dobbiamo ubbidire a quest’uomo che ci ha portato via da un luogo dove almeno avevamo un lavoro, anche se mal retribuito? E dove cavolo era la terra che ci aveva promesso?
Finalmente arrivarono ai piedi di un monte, almeno il paesaggio era cambiato., non solo sabbia ma un po’ di rocce e un bel venticello.
Si accamparono lì, in attesa di un piano che Mosè stava elaborando con difficoltà anche perché la voce taceva, qualche israeliano un po’ più intraprendente gli faceva domande alle quali lui rispondeva ma sempre con promesse, niente di reale.
Una notte si scatenò un temporale pazzesco e mentre tutti cercavano di trovare rifugio alla bella e meglio, Mosè ricevette l’ordine dal solito tizio di salire in cima al monte..
Era contento di avere una direttiva da seguire ma, con quel temporale il tizio non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore.
Mosè si incamminò sul monte tra lo stupore degli altri: un’escursione in quelle condizioni era da pazzi, ma Mosè un po’ lo era e loro furono felici di liberarsi di lui.
Si arrampicò per una ventina di giorni, arrivò sfinito alla vetta e si sdraiò per riposarsi.
Niente da fare; la voce gli ordinò di cercare delle pietre tipo lavagnette e di scrivere ciò che gli avrebbe dettato.
Erano una serie di leggi, una decina, che riguardavano un po’ di religione, un po’ di etica familiare e civile.
Bene, Mosè era contento così avrebbe saputo come governare quello che ormai considerava il suo popolo e cominciò la discesa verso l’accampamento.
Lì, la situazione era cambiata; senza Mosè così serio e prepotente, si erano dati alla pazza gioia.
Feste, balli, canti e lui li trovò mentre stavano facendo un barbecue con un vitello , oro in quel periodo di fame, che avevano trovato per caso.
L’ira di lui fu enorme, aveva un grande carisma e pochi riuscivano a ribellarsi ; fece uccidere i più scatenati e riportò la calma nell’accampamento.
Tirò fuori le pietre scolpite che fecero una grande impressione, fece costruire una tenda dove metterle a Dimora e, da allora, tutti rigarono dritti se non volevano soffrire le pene dell’inferno.
Ancora oggi, dopo tanti secoli, chi ha il comando, utilizza le leggi che a Mosè erano state dettate in modo così rocambolesco.