Joanna, la ginecologa, stava immobilizzando con tutta la sua forza un bel tipo sdraiato su una sedia che si agitava sudatissimo e faticava a respirare.

Era il paziente di Wendy, un architetto che soffriva di crisi di panico; arrivato in anticipo alla seduta di psicoterapia, non aveva trovato nessuno e questo era stato sufficiente per mandarlo in tilt.

Lo convinse ad entrare nello studio, sdraiarsi sul lettino, mentre Ted metteva in ordine le sedie e Joanna tornava da quella poveretta che aveva lasciato sul lettino ginecologico in una posizione inconsueta.

L’’Architetto’ era un quarantenne molto affascinante, lavorava con successo ma la sua vita era rovinata da crisi che si manifestavano nei momenti meno opportuni.

Con l’aiuto dei farmaci e la psicoterapia stava migliorando, ma questa reazione esagerata appena avuta impensieriva Wendy.

Lui intanto si stava calmando, il respiro era regolare ma era terrorizzato per quello che gli era appena accaduto: aveva creduto di morire soffocato.

Erano terribili gli attacchi di panico, dovuti a motivi fisiologici e psicologici.

Wendy pensava che la causa che aveva scatenato nell’ ‘Architetto’ questo disturbo mentale risalisse alla sua infanzia.

I genitori lo lasciavano spesso solo in balìa di governanti e baby-sitter, poi i collegi e così lui era cresciuto senza il calore di una famiglia.

Era ancora single anche se le ragazze non gli mancavano di certo ma non aveva ancora trovato il vero amore.

Forse questa sarebbe stata la soluzione di tutto, lei, nonostante il tipo di lavoro pragmatico che svolgeva, credeva ancora alle favole.

Terminata la seduta lui le chiese il permesso di andare a ringraziare Joanna per l’attenzione che gli aveva dimostrato ed a scusarsi per il disturbo arrecato.

Wendy gli disse che senz’altro le avrebbe fatto piacere.

Era un giorno speciale per Wendy perché Dave stava tornando a casa da Richmond dove si erano appena conclusi i Campionati mondiali di Ciclismo.

Dave era il classico americano positivo, padrone del mondo ma anche un po’ ingenuo.

Era un grande ottimista e con il suo sorriso rassicurava chiunque. La sua passione era la bicicletta che a New York era molto usata come mezzo di trasporto ma poco nello sport.

Così lui aveva formato una squadra di giovani corridori, li allenava con risultati soddisfacenti.

L’aveva chiamata ‘DABLIUDI TEAM’ usando le iniziali dei loro nomi.

Il ciclismo non era seguito come in Europa, c’era stata una fiammata con Armstrong quando vinceva i Tours de France, finita male, ma Dave non si dava per vinto, era fiducioso che prima o poi i suoi ragazzi avrebbero cominciato a vincere gare e lui a guadagnare dollari.

Non era facile ottenere l’appoggio degli sponsor e così stava dilapidando i beni di famiglia. Ora finalmente sarebbe stato per un periodo a casa: erano felici insieme, molto innamorati e poiché erano spesso lontani cercavano di sfruttare al meglio i giorni che trascorrevano insieme.

Wendy aveva mantenuto gli appuntamenti più importanti e poi via, sarebbe stata tutta per lui.

Lasciò lo studio e si recò più in fretta che poteva all’aeroporto.

Dave le corse incontro dall’uscita dei passeggeri con il suo meraviglioso sorriso, le due fossette sulle guance che lo rendevano ancora più simpatico. La strinse forte a sé.

Le era mancato, la sua tenerezza, la sicurezza che riusciva a trasmetterle: mai era stata innamorata così tanto.

Si avviarono abbracciati a ritirare i bagagli e i racconti dell’una si sovrapponevano a quelli dell’altro.

Wendy, fregandosene del segreto professionale lo aggiornava delle ultime novità dei pazienti e lui le raccontava di corse, volate, corridori, premi di quel mondiale di ciclismo che si era appena concluso a Richmond dove lo slovacco Peter Sagan aveva vinto la medaglia d’oro delle corse in linea.

Anche gli USA si erano fatti onore nella cronosquadre con la BMC.

Ritirati i bagagli presero un taxi e finalmente arrivarono a casa, un appartamento da dove potevano ammirare Central Park

C’era pure un piccolo  terrazzo dove Wendy coltivava piante aromatiche, le utilizzava in cucina dove si sbizzarriva a preparare cibi italiani che Dave apprezzava molto.

Tra la posta trovarono un invito dello ‘Stalker’ per un concerto che lui avrebbe tenuto in un Club di Broadway la domenica successiva.

Decisero di andare di ritorno dal week end che avrebbero trascorso a New Haven, nel Connecticut, dove avevano un piccolo cottage.

Lì Dave avrebbe potuto fare le sue pedalate e Wendy le sue corse nei boschi o sul mare.

Il bello di vivere a New York era anche che in poco tempo ti trovavi immerso nella natura.

Tornarono alla domenica sera e si prepararono per il concerto al quale li aveva invitati lo ‘Stalker’.

Wendy era molto carina con il vestitino a tubino stile udrey Hepburn che quell’anno era tornato di moda, un leggero trucco le faceva risaltare i bellissimi occhi verdi.

Dave impeccabile come sempre e come in ogni occasione.

Arrivarono appena in tempo, la sala era gremita di persone, tutti i tavoli erano occupati e furono accompagnati al loro da un cameriere proprio mentre il musicista si stava avviando al piano.

 

Aveva fatto le cose alla grande, pensò Wendy, chissà come c’era riuscito, nella situazione disastrata in cui si trovava…, meglio per lui.

Improvvisamente, a un tavolo poco lontano dal loro, vide Frida che si stava sbracciando per richiamare la sua attenzione.

Era accompagnata da uno dei suoi ammiratori, ne aveva tanti visto il suo fascino ma non si decideva mai a sceglierne uno in particolare: evidentemente non aveva ancora trovato quello giusto.

 

Si salutarono con tanti sorrisi e cominciarono a seguire la musica.

Lo ‘Stalker’ stava suonando ‘Flying to the moon’ guardava con aria sognante un angolo in fondo alla sala dove, in compagnia di un gruppo di persone, sedeva in estasi la paziente di Wendy: la Signora ‘Depressa’.

Fu una serata molto romantica, il repertorio era costituito da una serie di canzoni dedicate all’amore e le varie coppe presenti ballarono cheek to cheek tutta la sera.

Frida fu coinvolta e chiamata al pianoforte perché aveva una bellissima voce, un timbro dolce ma da ragazzina.

Lo ‘Stalker’ le fece cantare Moon River e ottenne un grande successo.

C’era qualcosa di strano nell’aria quella sera, un’atmosfera particolare, una voglia di lasciarsi andare nel mondo dei sogni: sarà stata la musica, saranno stati i vari cocktails.

Persino la Signora ‘Depressa’, che Wendy incontrò per qualche minuto alla toilette, era di ottimo umore; le disse che era venuta con degli amici perché il marito era a Boston per lavoro.

Finita la serata Dave e Wendy se ne tornarono verso casa cantando una strofa per uno della loro canzone: ‘Dream a little dream of you’.

Non erano particolarmente bravi ma si divertivano e avrebbero voluto che quel week end non finisse mai.

 

 

Continua…..