Sono in primi giorni di lavoro; la nuova assistente ha bisogno di questo lavoro, è separata e due figli da mantenere.
Ora si guarda attorno con un po’ di apprensione.
Odore di disinfettante e cibo si mescolano nel biancore delle pareti delle stanze degli ospiti canuti; figure evanescenti di anime che soggiornano con la consapevolezza di vivere l’ultima tappa della loro lunga e travagliata vita.
Tutti hanno storie da raccontare, persone care che vengono a trovarle quando possono o, alcune, che se ne sono andate per sempre e non vedranno più in questa vita.
Quali pensieri passano nella loro mente stanca?
Alcuni non sanno più chi sono e, forse, è meglio; altri aspettano persone che vengono a trovarli troppo raramente.
Tutti vogliono una parola di conforto e un sorriso.
La nuova assistente svolge con attenzione il suo lavoro, non ha esperienza e vuole fare del suo meglio.
Ora sta accudendo questa dolce vecchina di novanta quattro anni che non si sente bene:
“Aspetta, stai tranquilla, vado a prenderti un po’ di camomilla, vedrai, tra poco ti sentirai meglio”.
“Tornerai presto? Mi prenderai un po’ per mano?”
“Ma certo, cara, stai tranquilla, non ti preoccupare”, sorride sollecita la nuova assistente.
Corre a prendere la tisana e torna sorridendo …
Si avvicina e, con orrore, si accorge che la dolce vecchina, in quei pochi minuti è volata via.
La nuova assistente chiama aiuto, piange, si sente quasi male.
È la prima volta che si trova faccia a faccia con la morte.
La fanno sedere, le portano un bicchiere d’acqua, la rincuorano:
“Stai tranquilla”, le sussurrano le colleghe,”devi farci l’abitudine, ai nostri ospiti qui succede spesso.
Più tardi arriva il figlio che va a ringraziare la piccola nuova assistente che è stata la depositaria delle ultime parole di sua madre:
“Tornerai presto? Mi prenderai un po’ per mano?”