Un buon odore sale su dalla cucina: l’odore caldo e dolce della vaniglia, delle mandorle tostate … dei biscotti che sta preparando la nonna. E’ un ottima cuoca e i dolci sono i suoi piatti preferiti. Fuori c’è vento, ha piovuto tutto il giorno, un freddo umido ha percorso tutta la cittadina e quel vento provvidenziale sta sgombrando il cielo dalle nuvole. Adele guarda fuori dalla finestra, annoiata; da una settimana è a letto con una gamba ingessata, odia l’immobilità, la annoia, la innervosisce e poi la fa pensare. Da due anni vive in casa con la nonna, da quando un’incidente d’auto si è portato via i suoi genitori. Era novembre anche allora, e c’erano pioggia e vento, lei non aveva potuto accompagnarli alla festa per via di una brutta influenza che la costringeva in casa. Lo schianto tremendo non diede scampo alla coppia, fu anche difficile ricomporre quei poveri corpi; era destino però che quella notte Adele gli sopravvivesse. Sua nonna, anche lei sola da qualche tempo, l’aveva accolta in casa. Il nonno era morto dopo una malattia che lo aveva martoriato per mesi, e Adele era arrivata provvidenzialmente nella vita dell’anziana donna, alleviandole il dolore per quei vuoti improvvisi e incolmabili.
«Adele, ti porto del succo di frutta?»
«Grazie nonna, sei troppo buona.» Sale le scale con affanno con una caraffa di succo d’arancia.
«Tra poco saranno pronti anche i biscotti, te li porterò su prima di andare a messa.»
«Che biscotti stai preparando? Il profumo è fantastico.»
«Le ossa dei morti, sai, stanotte è la loro festa. Te li ricordi? Sono bianchi e croccanti, sembrano proprio delle piccole ossa. Adesso vado a sfornarli, al mio ritorno ceneremo insieme, ho preparato la minestra di fave, che ti piace tanto.»
Riscende le scale a fatica, entra in cucina e si adagia su una sedia, guarda fuori dalla finestra e pensa:
«Finalmente ha smesso di piovere, non porterò l’ombrello.» Guarda la sveglia sulla cre-denza.
«Sono pronti da sfornare.» Con dei grandi guantoni sfila le tielle dal forno e le poggia sulla stufa. Armata di una paletta inizia a disporre i biscotti ancora fumanti su grandi piatti da portata. Mentre lo fa canticchia a bassa voce.
«Questo e il più carino e lo do al mio maritino. Questo vicino al tovagliolo lo lascio al mio figliolo. Per te, mia nuora cara, biscotti profumati, bianchi come le tue ossa che sono nella fossa. Questi più speciali, preparati con amore, per la cara nipotina che vi raggiungerà domattina.»
Su quattro grossi biscotti lascia gocciolare lentamente poche gocce di veleno per topi, li dispone in un piatto più piccolo e si accinge a portarli a sua nipote. Era stata una vera scocciatura l’arrivo di questa Adele, una mocciosa malinconica, mai contenta e sempre tra i piedi. Rischiava di vanificare tutti gli sforzi fatti per poter vivere in santa pace, senza nessuno intorno.
«Amore della nonna, sto arrivando!»