Mi ricordo che da bambina mi divertivo a scrivere in corsivo la parola mamma. Più la scrivevo e più la grafia scorreva fluida, andando pian piano e con naturalezza a delineare delle onde. Il mare. Quelle piccole onde marine erano la parola più dolce che uomo conosca. Il diminutivo mami, poi, con quel puntino sulla i, era davvero uno schizzo salino.

A quel tempo avevo uno strano rapporto con mia mamma. Non direi conflittuale ma di rabbia, che mi ha seguito fino ai 34 anni. Tanti. Troppi. Inspiegabili. Eppure rimaneva l´unica mamma che avrei voluto: il mio mare.

A 38 anni ho smesso di essere figlia. E lì ho capito.

Ho capito che il mio mare non aveva più un porto; le mie partenze nessun ritorno.
Ho capito che i fazzoletti in casa finiscono, e che non basta esprimere un desiderio ad alta voce perché quello si materializzi alla prima occasione.
Ho capito che camino non sempre vuol dire focolare, tetto non vuol dire casa e Natale, dio il Natale, da festa preferita a insulso ripetersi di meccanismi societari privi di significato.

La mia mamma, il mio mare.

La mia mamma sapeva ridere. Come tutte le donne tristi, la mia mamma sapeva ridere di gusto, per tutte le cose per cui provava gusto: la famiglia riunita, le amiche fraterne, le tradizioni, una battuta in dialetto.
La mia mamma sapeva sorridere. Del caffè insieme la mattina, della prima frutta di stagione, dei fiori sul balcone, di ogni piccolo traguardo degli altri.
Voleva girare il mondo, il mio mare, ma rimaneva sempre lì ad aspettarci, perché il suo mondo in fondo eravamo noi, e a lei bastava che noi girassimo.

La mia mamma era mare, porto, focolare, risate, mondo. Era il dizionario dei valori.

La mia mamma è ora tramonti, profumo di gigli e gelsomini, è la fioritura primaverile, è la sorpresa della neve, è una risata, è senso dell’umorismo, è in ogni forma di gentilezza.

È anche buio, paura, assenza, mancanza, pugni nello stomaco ascoltando una canzone, è vuoto, è ogni forma di ingiustizia.

È ovunque io voglia vederla e trovarla, ma non qui, con me, a farmi ancora da porto e da mare.
Ma scrivere la parola mamma crea ancora delle onde malinconiche, che ogni tanto schizzano un po´ di acqua salata negli occhi.