Penelope secondo me

Chi non conosce Penelope?
È quella santissima donna che ha aspettato con rassegnazione Ulisse per ben vent’anni sopportando a palazzo quelle emerite testine di “bip” dei Proci.
La povera donna che pare abbia delle chiare origini pratesi, li ha tenuti a bada con la scusa della tela. “Tessi la tela, disfa la tela, ari-tessi la tela ari-disfa la tela”.
Che mò uno si chiede: « Possibile che fossero così rintronati da non capirlo? O la verità invece invece è che gli piacesse troppo sollazzarsi a palazzo tenendo fede al proprio nome che non a caso anagrammato fa “Porci”?
Non lo sapremo mai.
Ma torniamo a noi.
Secondo Omero, una mattina sul presto Ulisse si alza con il ruzzo di fare un viaggio, la vita di corte gli ha fatto venire due sfere così ma dentro di lui morde forte la voglia di solcare il mare.
La moglie non ha ancora finito di levarsi le babucce da notte che lui è già sul ponte della nave. Tra un “issa la vela” e un “cazza la randa” gli arriva l’eco delle sue parole: « Torna, sta reggia aspetta a teeee… eee…”
Comunque, mentre Penelope è costretta a convivere con Proci il marito di tornare a Itaca non ne vuole sapere.
C’è da riconoscere però che il nostro eroe è stato di parola: “ Parto per conquistare Troia”, ha detto, e così è stato.
Solo che poi si lascia prendere la mano peccando di eccesso di zelo. Una battaglia qui, un’avventura là, Ulisse sente il bisogno di spiaggiare nelle braccia di qualche avvenente signora.
Per la verità non le sarebbero dispiaciute neppure le sirene, ma diciamocela tutta, lì c’era un problema tecnico non indifferente.
Così parcheggia per quasi un decennio da Calipso. All’inizio fuoco e fiamme ma dopo un po’ la noia si fa sentire. Ecco che si ricorda di avere una moglie.
Ma come fare a dirglielo a quell’ assatanata di Calipso? Alla fine si fa coraggio la prende da parte e le dice: “Perdonami, ti lascio perché ti amo troppo”.
Questa è la sua versione, ma da fonti storiche ben accreditate pare che negli ultimi tempi lei gli chiedesse sempre più spesso: “Lo famo strano!”
Ulisse che ormai non è più di primo pelo e certi ritmi non riesce più a sostenerli, se la dà a gambe… anzi a braccia, e nota, nota, nota arriva ad Itaca.
Tornato a casa il nostro fedifrago Ulisse si aspetta una Penelope radiosa e raggiante che gli butta le braccia al collo, mentre le note melodiose di un’arpa si librano nell’aria.
“Si …nei denti!”
Penelope fa la sostenuta e questo gli rode assai. Da qui quel : “Sciagurata, gli dei che abitano le case dell’Olimpo ti forgiarono
un cuore duro, più di ogni debole donna”.

A Ulì… ma benedetto figliolo, ma che ti credevi di essere furbo solo tu per via di quella storia del cavallo eccetera, eccetera? Fattene una ragione, e tu “si na mappina che si crede nu foulard”, non sei nessuno, anche se ti vanti di esserlo.
E ti ha riconosciuto, vai! Vuole solo fartela scontare.
Te ne sei andato per decenni a cazzeggiare per il mondo lasciandola sola, cosa pretendi?
Ritieniti fortunato Ulisse, è una gran donna, una gran signora, e te lo dico io, le Penelopi di oggi ti avrebbero preso a pedate nel tuo regale didietro, fidati!