IO PAPA’ E IL MOSTRO

 

Mi chiamo […..] oggi per me è una giornata bellissima; è la festa del papà e lui mi ha promesso  che avremmo passato una mattinata insieme, io e lui da soli, così la mamma sarebbe stata in casa tranquilla. Io lo so che lei vuole preparare un dolce speciale per papà, ma non gli dico niente per non rovinare la sorpresa. Per fortuna è una bella giornata, così ci siamo alzati presto, zainetto in spalla con panini e bibite e via!
“Dove andiamo papi?”

“Ah vedrai, respireremo aria pura e raccoglieremo un bel mazzetto di fiori per la mamma.”

Siamo arrivati , papà ha parcheggiato l’auto ai bordi di un boschetto..

“Tieni pronto il cellulare – mi dice – ci saranno foto interessanti da fare”

Ci incamminiamo in un piccolo sentiero, sento tanti fruscii fra l’erba, ho un po’ paura, stringo la mano di papà per farmi coraggio.

“Cosa c’è piccola? Non devi aver paura, il bosco accoglie tanti piccolissimi animali, qui vivono bene, respira, senti che aria pulita.”

Papà ha ragione, respiro forte e mi guardo intorno; quanti alberi, quanti cinguettii, ma dove sono tutti questi uccellini, non si fanno vedere.

“Guarda papi gli scoiattoli!”

Scatto subito un po’di foto, sono bellissimi, si arrampicano velocissimi sui tronchi, alcuni stanno a terra e sbucciano le nocciole, non hanno paura di noi, non scappano. Papà raccoglie qualche nocciola e allunga la mano; subito uno scoiattolino si avvicina, si alza e appoggia le zampette anteriori alla mano di papà, prende una nocciola e se ne va tranquillo a sbucciarla sotto l’albero.
“Anch’io voglio provare” dico tutta entusiasta.
Infatti arriva un altro scoiattolo e prende la nocciola che ho in mano, le zampette mi fanno solletico io rido e dico “Resta qui, non scappare” ma lui se ne va col bottino.

Camminiamo ancora un po’, l’aria buona mi ha messo appetito:

“Papà ho fame”.

“Bene, fermiamoci  fra questi alberi, faremo uno spuntino”.

Papà stende una tovaglietta di tela incerata (la mia mamma ha pensato a tutto)  mangiamo un panino e beviamo una bibita. Io mi guardo in giro e…

“Guarda papà, cos’è quella?”

Gli indico quella che sembra una grotta o una caverna.

“Oh! Non so, fammi pensare… Potrebbe essere la tana di un orso, oppure ci potrebbe essere un tesoro nascosto, oppure…”

“Andiamo a vedere” dico io.

“Non hai paura?”

“No!”

“Ok andiamo”.

Rimettiamo la tovaglia nello zaino e ci dirigiamo verso la caverna.
“Che buio” dico.

Papà apre lo zaino e prende una torcia, entriamo piano piano, è fatta di sassi, è completamente vuota, sono un po’ delusa. Ad un tratto, un’ombra spaventosa sulla parete avanza verso di noi, un muso e delle zampe enormi…Io grido di spavento: “UN MOSTRO!”

Anche papà è spaventato mi fa segno di saltargli in groppa, non me lo faccio ripetere, gli salto addosso e mi aggrappo stretta stretta al suo collo.

Più veloci della luce usciamo dalla caverna e andiamo a nasconderci dietro un grosso albero.
“Era un orso quella bestia enorme?” Chiedo col cuore in gola.

“Non lo so tesoro, di certo era un animale pericoloso”.

Nello stesso momento vediamo uscire dalla caverna una grossa lepre, si alza sulle zampe posteriori e strofina quelle anteriori, guardandosi intorno beata.

Papà scoppia a ridere:

“Ecco il tuo mostro! La luce della torcia ha ingigantito la sua ombra. Hai avuto paura eh?”

Anch’io rido di gusto, scampato pericolo, menomale.

“Anche tu avevi paura papi, correvi come un fulmine!”

Ridiamo e ci abbracciamo felici.

 

E’ ora di tornare a casa, sulla strada del ritorno riguardo le foto che ho scattato e sorrido soddisfatta.
La mamma ci vede arrivare, apre la porta sorridendo, un profumino delizioso proviene dalla cucina.

“Allora, vi siete divertiti?” Chiede la mamma

“Sììì tanto, ti faccio vedere le foto, sai che c’era una caverna con dentro un mostro?”

“Cosa? – guarda papà con aria preoccupata – Ma dove l’hai portata?!”

“Nel bosco, c’era davvero una caverna, siamo entrati e ho acceso la torcia. L’ombra di un enorme animale è apparsa all’improvviso”.

La mamma spalanca gli occhi inorridita. “ Ma… che bestia era?”

Io e papà ci guardiamo negli occhi e gridiamo insieme:

“ UNA LEPREEEEEE!!!”