…ora c’è questo strano angelo, imponente, più simile ad un buttafuori da discoteca che ascrivibile alla tipologia degli angeli.
Ha due ali smunte, che si perdono sulla vastità della schiena, e mani enormi, quadrate, con l’unghia del pollice destro annerita.
Non l’ho mai davvero visto librarsi verso l’alto, ma solo timidi tentativi di volo a basse quote.
Se la cava meglio con le falcate, lunghe e veloci. Agili nonostante l’impaccio dei grandi piedi.
E’ sicuramente un angelo da terra e non da cielo.
Un angelo mal riuscito, imperfetto, assolutamente molto poco rappresentativo per il paradiso. Spiccando, evidentemente troppo nitida nel contesto celeste, la sua atipicità porrebbe imbarazzanti interrogativi sulla presupposta perfezione di Dio e sulla sua rinomata, fatemelo dire, distrazione.
Io, che sono convintamente atea, mi farei volentieri conquistare da questa ipotesi di un Dio, distratto e pasticcione, creatore di questa splendida, seppure imperfetta creatura.
Solo che non è davvero così dal momento che ha relegato, questo suo strano angelo, ad un ruolo di serie B.
Lo immagino mentre solitario tenta di spiccare il volo agitando goffamente, con movimenti impazienti e disarmonici, quelle sue alucce stentate, e poi indietreggiare, per recuperare con i piedi enormi la sicurezza di un appiglio.
Se riuscisse davvero a librarsi sarebbe simile ad una bellissima mongolfiera, con la tunica gonfia d’aria e le piccole ali che si aggrappano ostinate alle pareti sfuggenti del cielo, esibendosi in uno strano volo in verticale: un angelo che non sorvola il cielo ma lo scala.