Adesso che anche l’ultimo velo si è alzato, adesso guardo la creatura che mi sovrasta, immobile, muta, in attesa di un soffio di vita.

In attesa? Forse è una mia illusione. Persa l’ultima verità nel Giardino dei Sentieri che si Biforcano, là dove mi sono smarrito anch’io vagando fino ai confini della pazzia e forse oltre, disperando di ritrovare mai la strada per tornare nel mondo, sono stato infine illuminato da una volontà sconosciuta che ha inciso a fuoco nella mia mente le parole e le azioni necessarie alla sublime creazione.

Forse è stato il mitico Minotauro a mettere tra le mie mani il filo della giovane Arianna? Vaneggio.

Ed ora eccomi qui, non artefice ma strumento di un volere superiore, in procinto di compiere l’ultimo gesto che finalmente scatenerà per il mondo la Devastazione e porterà la Giustizia, forse distruggendo la mia fragile vita come sua prima azione.

Ma perché rimandare ancora, perché tenere sospeso quest’ultimo, ineffabile mo­mento?

Le mie mani si muovono in un rituale preciso, disegnando nella sabbia antichi glifi, la mia bocca pronuncia le fatali parole che un Dio o forse un Demonio le ha insegnato.

Ecco che l’argilla sembra vibrare e prendere vita, no, non nell’umana forma che le diedi, e terribile e immane il Golem si alza, con un tremendo passo mi sfiora mentre lo osservo tremando ed esce scardinando la porta.

Rimango nel buio, con i miei segreti e i miei sogni, solo.