Nella foresta quella notte si sentivano grida

disumane, gli abitanti del piccolo villaggio stavano chiusi in casa trattenendo il fiato.
Sapevano che le streghe erano tornate, uno di loro le aveva denunciate,
ed ora avevano sete di sangue e di vendetta.
I gendarmi le avevano arrestate, torturate e condannate al rogo.
Una guardia le aiutò a fuggire in cambio di favori sessuali.
Pagò con la vita il suo tradimento: lo arsero vivo al posto delle streghe che aveva liberato.

Rosolina, Apollonia e Adelina, si rifugiarono in una grotta nella foresta, curarono le loro ferite, si cibarono di piccoli animali. Una volta ristabilite andarono a caccia dell’uomo che le aveva denunciate. Sapevano chi era, quel maledetto Goffredo, che le insultava e minacciava continuamente. Entrarono nella sua casa in piena notte, spruzzarono sul suo viso un’essenza narcotizzante e lo trascinarono nella foresta.
Lo legarono a un albero e infilarono sul suo capo una testa di maiale, quindi accesero un falò e iniziarono a danzare e strillare forsennatamente. Poi costruirono un piccolo fantoccio e presero a pungerlo con uno spillone. Ogni puntura si ripercuoteva sul corpo di Goffredo, il quale, ormai sveglio, si contorceva dal dolore, la testa di maiale gli impediva di gridare e di respirare. Morì così fra mille patimenti.
“Tremate tremate, le streghe son tornate” cantavano sguaiatamente le tre sciagurate.