L’uomo era gigantesco e lo chiamarono Atlante.

Ai negrieri venne naturale chiamarlo così anche perché lì lo scoprirono, in una zona tra le più impervie dell’intera catena nordafricana dell’Atlante, tra foreste e caverne.

Quelli della compagnia negriera investirono una fortuna per poterlo catturare, nutrire e portare in America ma lo fecero a cuor leggero con la certezza che avrebbero decuplicato quella fortuna vendendo il fenomeno sul mercato degli schiavi.

Di navi negriere capaci di trasportare Atlante in America non ce n’erano e, con i dollari nelle pupille, i negrieri modificarono l’intera poppa della nave negriera Hannibal eliminando vari comparti per ricavarne uno abbastanza grande e robusto da poterlo contenere.

Arrivati in America non si trovò un posto adatto dove tenerlo: ovunque riuscissero a portarlo sfondava case, pavimenti, tetti e interi palazzi. Né potevano tenerlo in tende o tendoni che lui poteva spazzar via con una manata, una pedata o un soffio. Tanto meno potevano tenerlo all’addiaccio col rischio che morisse di freddo o di caldo perdendo così una fortuna. Allora decisero che l’unica era trovare in America una foresta con una caverna, ossia un posto simile a quello nel quale Atlante era vissuto in Africa. Nell’organizzare la cosa si resero però conto che non ne valeva la pena e rinunciarono. A che pro investire altri soldi? Alla fine rinunciarono perché si resero conto che nessuno mai avrebbe comprato quel gigante; troppo costoso mantenerlo in salute e troppo grossi gli investimenti necessari per poterlo sfruttare al meglio nei lavori agricoli o negli spettacoli. Alla fine se ne disfecero allentando la guardia per permettergli di scappar via. E questo fece Atlante: scappò via, scappò verso il Sud. La gente seguì le tracce dei danni che Atlante provocava ovunque passasse con la sua stazza ed i danni che provocava con le sue razzie per procurarsi il cibo. Tentarono pure di abbatterlo a colpi di schioppettate ma il primo tentativo fallì miseramente e dopo quel primo tentativo nessuno più poté riprovarci perché nessuno fu abbastanza veloce da potergli star dietro. Le tracce di Atlante finirono dopo poche settimane sulla costa della Florida. Di Atlante non se ne seppe più nulla; forse tentò di attraversare a nuoto l’oceano per tornarsene in Africa, chissà?

Due anni dopo quella compagnia negriera fallì.

Quasi due scoli dopo le cose erano peggiorate: con i dollari che danzavano nelle loro pupille, gli uomini modificavano il mondo intero eliminando foreste, creando isole di plastica nel mare, costruendo aerei da combattimento e costruendo bombe termonucleari mentre milioni di umani morivano ed i virus pandemici scorrazzavano sempre più allegri e sempre più felici. Le cose erano peggiorate per la condizione umana, si capisce! Perché il creato cominciava a vedere la luce in fondo al tunnel ed era speranzoso: cominciava ad intravedere la possibilità di estirpare il cancro dell’umanità dalla faccia della Terra.