Mi chiamo braccio ma non sono un arto. Se lo fossi mi amputerebbero volentieri.
Non sollevo pesi, non ho una mano per afferrare oggetti.
Eppure sono un braccio,  il “braccio della morte”. Vivo in prigione da sempre,
circondato da gabbie d’ acciaio e guardato a vista dai gendarmi.
“Lasciate ogni speranza o voi che entrate”, sì, chi viene da me non esce vivo.
Il mio è un abbraccio mortale.