Napoli

La guida turistica fa roteare il suo ombrellino multicolore per attirare l’attenzione del  gruppetto di visitatori, il castello è talmente grande e ci sono così tanti gruppi di turisti che si può rischiare di perdere qualcuno.

“Ecco signori, in quest’ala del castello vi sono le stanze dove vengono conservate le maschere degli attori famosi che le hanno indossate sul palcoscenico; come potete vedere ci sono nomi prestigiosi, Nino Taranto, Eduardo De Filippo con Peppino suo fratello, Totò ed altri ancora”.

“Mi scusi – dice una signora – è vero che nel castello ci sono i fantasmi?”
“Pare proprio di sì signora, perciò guardatevi bene intorno, potreste vederne qualcuno”.
“Ohhh! Che emozione!”

Mentre la guida sorride per la credulità della gente, i turisti si scambiano le proprie impressioni; chi ha visto una tenda muoversi, chi un’armatura cambiare posizione, altri hanno notato che nei grandi quadri appesi alle pareti i personaggi cambiano espressione…

 

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Scende la notte, nel silenzio più assoluto, un’ombra si fa avanti verso le teche delle maschere, ne apre una, estrae un cappello di paglia tutto tagliuzzato sul davanti. Lo indossa e canticchia:
<Si mme vulisse bbene ‘o veramente…>
Lo interrompe una voce simpatica: <Nino, sei già arrivato?>
<Uè Peppino, stò qua, vieni vieni>
Peppino vede che Nino ha in testa il suo famoso cappello, allora apre un’altra teca,  prende un parrucchino con un ciuffetto sollevato e se lo mette in testa. <Eqqueqqua!> dice ridendo.
In quella si fa avanti Totò, leggero come una piuma si avvicina ai due:
<Stasera vi leggerò “A livella” >
<Ma la leggi tutte le sere veramente> obiettano gli altri due.
<Ah sì? Avete ragione, ogni limite ha una pazienza. Farò Pulcinella vabbuò?
Ma ecco, con un fruscio impalpabile, un’altra figura avanza verso di loro.
<Venite Maestro, vi aspettavamo>
Il grande Eduardo si unisce al gruppo, con voce flebile dice:
<Siete già qui? Ah! “Questi fantasmi!”>
Il fratello apre una teca e gli passa gli attrezzi che usava in “Natale in casa Cupiello”.
<Grazie Peppì, questi attrezzi mi sono molto cari. Andiamo nella stanza a sinistra, c’è un magnifico presepe in esposizione. Ve piace ‘o presepe?>

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Mentre il piccolo gruppo parla dei ricordi del tempo che fu, in lontananza si sentono urla strazianti, fanno accapponare la pelle.
<Eh, sussurra Eduardo, quelli sono i soldati morti ammazzati durante la rivoluzione, fu una vera carneficina, le loro anime disperate chiedono aiuto tutte le notti, vogliono essere liberate>
<Speriamo che non arrivino fin qui>
<No, sono nell’ala opposta del castello, sono prigioniere fra quattro mura, possiamo stare tranquilli><Stavo pensando – dice Totò – chissà se la gente ci vedesse che reazione avrebbe>
<Nooo per carità, non avremmo più pace. Lasciamoli nel dubbio>
<Attenzione si sta facendo giorno – dice Nino Taranto – dobbiamo ritirarci>
<Hai ragione, beh arrivederci alla prossima notte>.

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Nuovo giorno, nuovi turisti, solita guida col solito ombrellino multicolore:
“Scusi, è vero che in questo castello ci sono i fantasmi?”