Emerse dal suo fragoroso mal di testa, conseguente alla sbronza entusiasta della sera precedente, ancora straripante dell’ottimismo alcolico che pervadeva il suo sistema venoso.
Sull’onda di questa esaltazione s’accese una sigaretta ben deciso a non smaltire quei positivi residui dell’ubriacatura ma, anzi, ad avvalersene per accendere il mondo del suo stesso fervore.
Al diavolo tutti gli impegni, decise di fruire della persistente euforia per non mandar sprecata quella memorabile giornata poiché tutto, in quel momento, gli sembrava nelle sue possibilità: comporre una romanza, dar vita ad un nuovo innesto floreale, inventare una ricetta di cucina ma, soprattutto, colmare il mondo col fulgore dei suoi sensi.
Sotto l’influsso irresistibile di questo suo concupiscente calore da zingaro si ritrovò a varcare la soglia de” La Piccola Università Del Piacere”, dove avrebbe potuto contemplare, a suo agio, le ragazze di Mme Nguyen sedute in circolo, regali e discinte, come bellissime ancelle in attesa di essere scelte, e favorirne la più seducente.
Venne però sedotto da una nera gigantesca, dalle solide fattezze di gladiatrice che, appartata, fumava una pipa, in agguato, come un magnifico predatore, nell’angolo più buio del postribolo.
Con sgomento, e con gioia, se ne invaghì seduta stante.
L’affrancamento di quella splendida creatura dalle catene di Mme Nguyen, la sua rieducazione civica e morale, ecco quella sarebbe stata l’opera meritoria del suo dopo sbronza.
L’avrebbe sedotta parlandole d’amore, immaginando che nessun uomo probo, per via del mestiere da lei praticato, avrebbe mai avuto il coraggio di confessare.
Ma lui, invece, quel coraggio lo aveva, per cui l’avrebbe emancipata facendo di lei una donna onesta.

«Non deve contrattare nessun prezzo per l’affrancamento» gli aveva risposto serena  Mme Nguyen «Le mie ragazze sono libere di andarsene quando vogliono, e senza obbligo di risarcimento.»

Quell’offerta generosa di un riscatto, che lei, ne era certo, avrebbe subitamente accettato con meraviglia ed eterna riconoscenza, come un dono del cielo. Un miracolo, di cui lui sarebbe stato l’artefice.

Ma lei, dopo averlo ascoltato impassibile, eruppe in una risata divertita e, soffiandogli in volto il fumo della sua pipa, rispose: «in verità mi state offrendo nulla che io già non abbia e null’altro di cui io senta la necessità.»