Stavo attraversando un momento abbastanza “ingarbugliato” della mia vita, se vogliamo assegnargli un nome più appropriato, direi impegnativo, disordinato e complicato.
Di fatto, facevo un sacco di cose interessanti ma non riuscivo a trovare il tempo per quelle che mi piacevano di più: leggere e scrivere.
Per lo stesso motivo, la pittura l’avevo abbandonata da qualche tempo, anche se, per abitudine, osservo le cose che mi circondano con gli occhi di un pittore, cogliendo sfumature e dettagli che, forse, altri non notano, per poi trasferire nella scrittura la mia voglia di creare immagini ed emozioni.
Questa situazione, disturbava il mio umore, m’irritava ed ero spesso insoddisfatta della mia vita.
Non sono il tipo che si perde in futili discorsi: sono una donna concreta, abituata a risolvere i problemi, con quel pizzico di fantasia e creatività che mi hanno sempre permesso di iniziare nuovi percorsi e di portarli a termine in maniera brillante e soddisfacente.
Consapevole di aver ormai oltrepassato la metà della mia vita, l’avevo già divisa in tre ed ero arrivata al punto di guardare avanti, in direzione della terza e ultima parte del mio percorso, pensando spesso, con una lieve nota di tristezza e disappunto, che fosse doveroso spendere bene il tempo che mi era rimasto a disposizione.
A prescindere da queste elucubrazioni pseudo filosofiche che mi vengono in mente nei momenti di sconforto, ero conscia di quanto fosse importante risolvere il problema.
Trovai una soluzione abbastanza semplice e soddisfacente.
Decisi di limitare l’uso dell’auto e optai di viaggiare con i mezzi pubblici anche se, nella regione dove vivo, le distanze non sono eccezionali; è la viabilità che è un disastro: poche strade tortuose e molto trafficate e invase da interminabili “lavori in corso”.
Questa mossa, mi permise di viaggiare più rilassata, di osservare i cambiamenti fisiologici della mia città in continua evoluzione che prima non notavo, di riflettere e di leggere.
Certo, nei percorsi quotidiani, mezz’ora di viaggio all’andata e altrettanto al ritorno, non mi permetteva molto, ma questa strategia fu sufficiente a placare il mio spirito inquieto e la spiacevole sensazione di buttare via del tempo prezioso.
È vero, leggere libri a puntate, incontrare a volte le amiche lungo le fermate del mio autobus per prendere un caffè e fare due chiacchiere può sembrare “strambo”, ma risolse una parte del problema.
Osservare il mare con le onde spumeggianti, nelle prime ore del mattino e la meraviglia del sorgere del sole in tutto il suo splendore è uno spettacolo emozionante e senza pari e l’aria profumata di salmastro mi dona, da sempre, un senso di leggerezza e libertà senza pari.
Non potrei fare a meno di questa terra che amo e alla quale sono legata profondamente.
Fu così che ricominciai a vivere, in maniera più soddisfacente, beandomi delle bellezze che mi offre la natura, adattandomi alle circostanze, percorrendo i percorsi impervi della vita di tutti i giorni, usando nuove strategie, sfruttando altre possibilità, per vivere il quotidiano più serenamente possibile.
Ho letto da qualche parte che tutti i cambiamenti sono preceduti dal caos.
Per ora, tutto bene, in caso contrario, voi sarete i primi a essere informati!