Autore: Ilaria Agostini

Madre in ascolto

Stragi di innocenti lacerano lo spazio tra una inezia e l’altra, e addolorano, acuiscono e allo stesso tempo intorpidiscono i sensi delle madri come me. È l’anima che come se fosse un muscolo subisce l’ennesimo strappo. Madri che si sentono inermi, che non hanno in mano alcuna carta da poter giocare: se non quella dell’empatia verso altre madri, che potremmo essere noi; se non quella del disgusto verso chi impunemente fa strage di umanità. In ogni senso. E senza alcun senso. L’ennesima mano inerme di un figlio che potrebbe essere il nostro squarcia lo sguardo, l’ennesimo profilo dall’incarnato spento...

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A mamma

Sta piovendo. Una pioggia estiva di lacrime calde. Come un abbraccio scivoloso, come il bacio umido di un bambino. Il bacio di mia figlia, accompagnato dal calore del suo corpo tondo, pieno, tenero e tornito, da tenere e respirare. Mia figlia con i capelli profumati di pioggia. Mia figlia che mi ama di quell’amore irruento che quasi strappa, e rimodella e gonfia il petto. Io e mia madre. All’età di mia figlia aggredivo mia madre con lo stesso amore rapace. Perdevo la mia mano, estasiata, trai suoi ricci fitti e neri e ne riconoscevo l’odore tra mille. Lo stesso...

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“The End” ma “very strange”

Caro Diario, stasera è successo qualcosa che mi va di annotare mentre ascolto “The Crystal Ship”, e presto capirai il perché di questa selezione musicale. Uno zapping distratto mi ha portato su DJ television, ed ho scoperto che c’è una trasmissione condotta da Carlo Lucarelli che si intitola “Almost True”. Simpatica e assai autocelebrativa la citazione del suo romanzo “Almost Blue”, che devo ammetterlo, mi è piaciuto parecchio. Sai che nutro da sempre questa fascinazione un po’ perversa nei confronti di storie macabre e racconti su folli criminali. D’altronde la stessa passione per i Doors contribuisce perfettamente a forgiare...

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La partenza

8.30. Ho appena iniziato la mia colazione. Il tè fumante sulla tavola accanto ai miei biscotti preferiti, il corpo generosamente intorpidito nel pigiama di cotone. Gli occhi non accettano completamente di aprirsi al giorno, come noncuranti: si sentono ancora protetti dagli ultimi strascichi di incoscienza, riconducibile alla notte da poco trascorsa… Me la prendo comoda, perché la demo è alle 10.30, ed io per raggiungere l’Eur, in fondo, ci metto 10 minuti. La telefonata del mio capo mi ha forzatamente destata. Il significante: un proiettore, banali questioni tecniche. Il significato intrinseco – quello che stimola il subconscio – però...

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Nostalgie ricorrenti

Ci sono luoghi da visitare, ce ne sono alcuni, forse pochi, in cui tornare. A Martina da troppo tempo mancava l’Egitto. Le era bastato accennare con il suo tratto fine ad un volto dagli occhi allungati per riaprire un varco serrato da po’ di tempo. Ma immaginava fosse soprattutto l’aria della primavera a risvegliare quella nostalgia. All’improvviso si accorse che le mancava troppo quel sole, nei millenni amato e venerato: facile, persino naturale crederlo un Dio. E il vento caldo e secco sulla pelle, che ti accarezza e pervade ogni poro di singolare benessere. Le mancava il té e...

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Il treno fantasma

La mattina è iniziata lenta. Un risveglio solitario e sudaticcio perché mi ostino ancora a tenere il piumone… che non si sa mai torni il freddo. Sento mio marito, che tenta il rientro dal suo viaggio di lavoro a Parigi su un pullman rimediato: gli aeroporti sono chiusi un po’ ovunque in questi giorni a causa delle eruzioni del vulcano islandese dal nome impronunciabile. Da pronostico Antonio avrebbe dovuto essere già a casa intorno alla mattinata, invece si trova ancora in quel di Parma… “Ma avete sbagliato strada?” gli chiedo. Mi risponde con una fragorosa risata isterica che pian...

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