Autore: Marilena Migiani

Maria Verena Valduga. La storia. La leggenda (Cap. 4)

UNO SQUARCIO SULLA VERITA’ Dall’accurata ispezione della casa non emerse nulla di rilevante: nessuna impronta, nessun indizio. «Come se ogni cosa, là dentro non fosse stata neppure sfiorata. Un vero rompicapo.» Confida perplesso il commissario al dottore «Non crederà anche lei alla storia del fantasma?» Domanda ironico il medico. «Certo che no! ma chi ha orchestrato il tutto sapeva il fatto suo. Abbiamo minuziosamente ispezionato ogni angolo, ogni suppellettile all’interno e all’esterno alla casa. Perfino il vaso del geranio e quello del basilico, e la gabbia per uccelli: oggetti comuni che non celano alcun segreto.» Sospira il poliziotto, accendendosi...

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Maria Verena Valduga. La storia. La leggenda (Cap. 3)

SILENZIOSE TESTIMONIANZE Sul balcone della casa dei Valduga fiorivano il geranio e il basilico, mentre la gabbietta vuota con la porticina spalancata, reiterava agli invisibili viandanti dell’aria la sua ospitale offerta. Questo era ciò che alzando lo sguardo si vedeva. Niente trapelava, invece, dall’interno buio della casa. Mentre era facile, però, di mattina presto, vedere Maria Verena, o chiunque altra fosse, al balconcino, intenta a spazzolarsi i capelli. «E’ una donna in carne e ossa.» «Se ha messo in fuga il prete con tutte le sue protezioni altolocate, non può essere che un fantasma.» «Di quali protezioni parli? quelle...

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Maria Verena Valduga. La storia. La leggenda (Cap. 2)

AMNESIE. E MANIPOLAZIONI. Dunque, Maria Verena era tornata e il prete, invece, se ne era partito, adducendo la motivazione puerile di un grave problema di famiglia, come asseriva il foglio sul tavolo della canonica. Ovviamente la sua partenza frettolosa aveva suscitato un vespaio d’illazioni, perché era evidente che la motivazione di quella sua fuga era da collegarsi con la scena avvenuta la domenica in chiesa. …e così gli occhi dei passanti andavano al balconcino, a quella presenza misteriosa che pure vi si affacciava a rendersi visibile, a sollecitare quegli sguardi e quei  pensieri che da basso salivano fino a...

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Maria Verena Valduga. La storia. La leggenda (Cap. 1)

IN UN GIORNO MENZIONATO SU NESSUN CALENDARIO A quel balcone da cui nessuno s’era più affacciato, essendo l’antico palazzo padronale ormai disabitato e mezzo caduto in rovina, era d’improvviso apparsa, in un giorno menzionato su nessun calendario, una donna intenta a spazzolarsi i capelli. Capelli neri con una frezza bianca che originava nitida sul lato destro della fronte, come la traccia di una cometa in un cielo notturno. La donna al balcone l’avevano vista i pescatori al rientro dalla loro battuta di pesca notturna, e quelli che s’apprestavano a quella diurna; i contadini che s’avviavano ai campi; il dottore...

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Un incantesimo d’amore

Le peonie si sono schiuse in tutta la loro grassa lattiginosa carnosità, simili a matronali vagine con i clitoridi abnormi, in attesa della penetrazione. Le calle, androgine lussuriose, hanno spalancato una candida gola di donna da cui fuoriesce un duro pene di uomo. Pelle di luna, la foglia avvolgente che avvinghia quel turgido raggio di sole. Le rose, boccioli stretti come vagine di adolescenti, si sono dapprima timidamente dischiuse nel loro tenero fulgore arancio, aprendosi, un petalo per volta, poi, sedotte dalle voluttuose dita delle foglie, si sono allargate come le gambe di una giovane sposa che si concede...

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Nocturna

M’acquatto nell’ombra. E mi lascio cercare. Per rendere il gioco ancora più vero non ho messo profumo. Che nell’aria si spande come coda di fumo. Traccia sicura della mia ombra. Ammantata di nero. Senza monili che tintinnino al vento. I capelli raccolti sotto il buio cappuccio. E gli occhi in penombra, che non risplendano troppo di riflesso lunare e di trepida attesa nel gioco notturno di preda e di lupo. Starò ben accorta a non farmi trovare che duri la caccia e s’allunghi l’attesa che io ben conosco tane nascoste in cui far perder le tracce ed ingannare i...

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3 days ago
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1 week ago
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“Per una sera sono diventata Lalla...”
@ilaria.giovinazzo ci presenta Lalla per la Rassegna Anticorpi (voluta e promossa per il secondo anno dall’assessora @alessandraclementini) . Per il Comune di Monterotondo ieri sera presente @giulianasestili che ha ribadito l’importanza di questa inziativa e dell’importante seguito che ha ricevuto dalle realtà culturali di Monterotondo.

“Quante volte ho bevuto l’acqua del fiume Sindhu?
Quanti ruoli ho recitato su questo palco?
Quanti corpi umani ho abitato?
Ma sono sempre la stessa Lalla, cosa è cambiato?”
Lal ded, versetto 64
da Pura luce, canti mistici del tantrismo kashmiro

A cura di Ilaria Giovinazzo (che ha interpretato per noi i suoi versi) - Editoriale Jouvence
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“Per una sera sono diventata Lalla...”
@ilaria.giovinazzo ci presenta Lalla per la Rassegna Anticorpi (voluta e promossa per il secondo anno dall’assessora @alessandraclementini) . Per il Comune di Monterotondo ieri sera presente @giulianasestili che ha ribadito l’importanza di questa inziativa e dell’importante seguito che ha ricevuto dalle realtà culturali di Monterotondo. 

“Quante volte ho bevuto l’acqua del fiume Sindhu?
Quanti ruoli ho recitato su questo palco?
Quanti corpi umani ho abitato?
Ma sono sempre la stessa Lalla, cosa è cambiato?”
Lal ded, versetto 64
da Pura luce, canti mistici del tantrismo kashmiro

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1 week ago
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