Autore: Gabriella Truzzi

Accanto

Accanto. Leggo e rileggo questa parola: Accanto. Accanto, accanto, accanto… Me la ripeto mentalmente, più volte, me la sussurro lentamente a labbra dischiuse, quelle stesse labbra che ora si sciolgono in un inatteso impercettibile sorriso… Accanto. C’è qualcosa di dolce in questa espressione, di carezzevole, qualcosa che mi sfiora delicatamente il viso, il pensiero, lo sguardo. Qualcosa che in questo preciso istante avverto solo mio, imperdibile e indivisibile, ma che ritengo giusto, ora, condividere in qualche modo anche “qui”. Qui, su questa mia pagina virtuale, ma non per questo meno vera e reale e partecipata, dove nel tempo, con qualcuno, si è anche instaurato un contatto sincero e affezionato ma non poi tanto diverso, pur nella sua virtualità, da altri contatti reali che convivono nella mia quotidianità arricchendola di sentimenti, stimoli, emozioni. Certo, lo so, non tutti sapranno comprendere (né tantomeno giustificare) queste mie parole e questo mio sentire. Ma per me è sufficiente che lo sappia io. Io. E so comunque di non essere la sola. “Accanto è un posto per pochi” Sì, per pochi. Quei pochi che, nel reale come nel virtuale, pur con tutti i limiti che ciò comporta, hanno saputo e sanno “comprendere”, “sentire”, “condividere”, e questo oltre le parole scritte, pronunciate o anche “solo” digitate. Quei pochi che mi sono e, spero – se lo vorranno – mi resteranno “accanto”. Qualcuno se ne è...

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La passione (lettera immaginaria ad un “oscuro oggetto del desiderio”)

  Sono qui, sdraiata su questo accogliente divano che in questo solitario pomeriggio accoglie morbidamente le mie forme, e mi concedo un momento di relax che da tempo inseguivo, in questi giorni frettolosi e furtivi in cui i soliti impegni d’ordinanza contribuivano semplicemente a fingere di non vedere, di non capire, a nascondere ingenuamente sotto il tappeto la polvere e lo sporco accumulatisi man mano, evitandosi l’ingrato confronto con realtà, pensieri e parole che reclamavano invece voce, attenzione, giustizia. Dunque, eccomi qui, ora. Anche oggi, sì. Perché mi va, perché questo scambio con te, e solo con te, è...

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L’ENIGMA

Enigmatica, e inquietante, questa immagine. Questa è almeno la sensazione che suscita in me l’osservazione superficiale del soggetto, una figura femminile ricoperta completamente da un drappo bianco, dinanzi ad un imponente e maestoso, quanto misterioso, portone chiuso, incastonato in un labirinto di cornici concentriche; sublime geometria di forme e intuizione di contenuti. Cosa si cela dietro quelle pareti? Dietro il nitido contrasto di colori? Quali risposte a quali interrogativi? Mi soffermo, invece, e scelgo di osservare, e ascoltare, oltre la superficialità della prima impressione. E quasi con stupore, mi accorgo di ciò che in un primo momento non avevo...

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LA DANZA DEI DESIDERI (cronaca fantasiosa di un irreale giro di valzer)

Sai, James, c’è una frase, di te, che non ho mai dimenticato, né potrò mai. Una frase che mi è rimasta scolpita dentro, nel profondo della mia anima, del mio cuore, del mio essere. Delle parole, tue, che mi hanno accarezzata come da una vita non ricordavo più, e mi sono sentita tornare ragazzina, per l’intensità di emozioni, sensazioni, sentimenti che mi hanno catturata senza scampo, lasciandomi però in eredità una gioia interiore che ho voluto nascondere e conservare in un angolino ben occultato dentro me stessa, ed alla quale attingere, ancora e sempre, anche oggi, anche ora, nei...

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Giù la maschera!

E se quest’anno a carnevale – riflettevo tra me alcuni giorni fa – rinunciassimo a mascherarci, a travestirci, a bardarci allegramente per indossare invece, ancora una volta, gli abiti smessi della quotidianità, consunti dal tempo, sgualciti dall’ordinario contatto con la routine, in una monotona ripetitività di gesti e parole che comunque ci accompagnano durante tutto l’arco dei dodici mesi? Se quest’anno ci astenessimo, per una volta, da questa bagarre di ostentata e variopinta spensieratezza, di compiaciuta finzione, di divertimento coercitivo che sotto sotto – questa è almeno la mia vaga sensazione – cela inconfessate e inconfessabili tristezze, camuffando i...

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Vanità

“Specchio, specchio delle mie brame, chi è l’uovo più bello di tutto il reame?” Questa la domanda che quotidianamente mi pongo, la mattina presto, appena sveglio, dopo un’intera notte trascorsa dormendo in posizione verticale, in quella piccola ciotola piena d’acqua, come ben si conviene ad un uovo fresco degno di tale nome! Dormire sdraiati, orizzontalmente quindi, può forse apparire più comodo e rilassante, ma si sa, quella è posizione di chi, tra noi uova, non si evidenzia certo per freschezza! E pensare che c’è anche chi, con una certa puzza al naso ed una sottile ma incontrollabile forma di...

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2 days ago
Writer Monkey

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Quindi: vivi come credi.
Fai cosa ti dice il cuore: La vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali.
Quindi: canta, ridi, balla, ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.
- Charlie Chaplin
... Vedi altroVedi meno

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Ma infatti!

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