“Specchio, specchio delle mie brame,
chi è l’uovo più bello di tutto il reame?”

Questa la domanda che quotidianamente mi pongo, la mattina presto, appena sveglio, dopo un’intera notte trascorsa dormendo in posizione verticale, in quella piccola ciotola piena d’acqua, come ben si conviene ad un uovo fresco degno di tale nome!
Dormire sdraiati, orizzontalmente quindi, può forse apparire più comodo e rilassante, ma si sa, quella è posizione di chi, tra noi uova, non si evidenzia certo per freschezza!
E pensare che c’è anche chi, con una certa puzza al naso ed una sottile ma incontrollabile forma di snobismo, preferisce invece dormire galleggiando, in superficie, illudendosi così di elevarsi ad un grado superiore per il solo fatto di poter guardarci tutti, noialtri, dall’alto in basso!
Non ricorda, il poveretto, che lo stare a galla, per un uovo, è solo sinonimo di freschezza e gioventù perdute…
O forse, più probabilmente, ne è perfettamente consapevole, ma il tempo che trascorre inesorabile sul suo guscio e, in particolare, sul suo contenuto (ancora) invisibile, non lascia certo scampo a nessuno, tantomeno ad un uovo vanesio che per non confrontarsi con l’ineluttabile realtà, si illude di ingannarlo fingendo di addormentarsi restando sopra,
“a galla”.
In realtà, io lo so bene, il suo non è certo un vero e proprio dormire, anzi. Dal basso della mia vantaggiosa posizione verticale sul fondo della ciotola, spesso lo osservo: è tutto concentrato a non muoversi più di tanto, per non rischiare di andarsi a sbattere contro le pareti del contenitore con il probabilissimo rischio di rompere il guscio…
Se così fosse, altro che puzza al naso!
La sola puzza che si avvertirebbe sarebbe quella che si leverebbe dal guscio infranto, a testimonianza della sua ormai inevitabile obsolescenza!
Triste destino, quello di noi uova.
Siamo lisce, tondeggianti, senza spigoli, gradevoli al tatto, talmente fragili che chiunque, finché non ha bisogno di ciò che custodiamo dentro, ci tocca e ci maneggia con estrema delicatezza.
Ma abbiamo vita breve! E se non veniamo sedotte finché siamo giovani, buone e belle, corriamo tutte il rischio di invecchiare zitelle…
Ecco, dunque, il mio fatidico e quotidiano interrogativo davanti allo Specchio delle Vanità:

“Specchio, specchio delle mie brame,
chi è l’uovo più bello di tutto il reame?”

Forse la mia vita si consumerà, oggi.
O forse domani. O magari tra qualche giorno.
Ma adoro il pensiero di venir strapazzato ancora in giovane età, quando nell’acqua tendo ad assumere solo posizione verticale!
Almeno so che lascerò un buon ricordo, di me.
Un buonissimo ricordo!
Dopotutto, sai, morire giovani – per noi uova – è è garanzia di freschezza assoluta.
E di grande, grandissima, gratificante e irrinunciabile…vanità!

[foto Raffaele Spettoli]