Autore: Angelo Fabbri

Perché scrivo?

Correvano veloci quegli anni, quando i pomeriggi erano partite di pallone nel campetto dietro casa, tutto terra e pietre, che come si alzava il vento dovevi chiudere gli occhi, e se giocavi in porta non sapevi come fare, e quando cadevi le ginocchia si tingevano di sangue, e non c’era acqua ossigenata o alcol, ma al massimo un fazzoletto bagnato stretto forte, che alla caduta successiva diventava tutt’uno con la terra. E battaglie cruente con le cerbottane, e le fionde, i cacciafruste fatti con il frascio, il frassino che cercavano nel torrente, e grossi elastici legati alla meglio, che...

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Kelly

“Noi qui dentro si vive in un lungo letargo, si vive afferrandosi a qualunque sguardo, contandosi i pezzi lasciati là fuori, che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori. Io non scrivo più niente, mi legano i polsi, ora l’unico tempo è nel tempo che colsi: qui dentro il dolore è un ospite usuale, ma l’amore che manca è l’amore che fa male.” «Kelly…» La voce mi giunge attutita. Mi guardo intorno e vedo Mary, l’infermiera di colore che fa sempre il turno di notte. Ha un volto gentile, Mary, mani grandi, con le dita spesse, di...

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Rilassati, tutto finirà presto

L’ibernazione è la prima tecnica che ho scartato. A parte che ho sempre patito il freddo (battuta), il termine esatto del procedimento adottato a partire dal 1987 è vitrificazione secondo Taylor, decisamente meno traumatica a livello del fuso meiotico rispetto al congelamento lento, ma neanche questa veramente interessante. Innanzitutto andrebbe praticata sul soggetto vivo (e scusatemi ma non è che questo mi piacesse molto) e poi cosa avrei ottenuto? Se tutto andava bene un salto nel futuro di qualche centinaio di anni. Suggestivo, ok, ma non era quello che cercavo. Io volevo vivere in eterno. Beh, adesso non voglio...

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La prossima volta

Ricordo che ti alzi dal tuo sedile di poppa e mi fissi con uno sguardo folle. «Le vedo! Le vedo!» mi urli, indicando alle mie spalle con il dito proteso. Per un istante mi volto lasciando il timone, e quel gesto per poco non ci costa caro, perché le onde pesanti, spinte dalle forti correnti dello Vestfjorden, percuotono il fasciame come un maglio possente ed instacabile. «Io non vedo niente». rispondo, dopo aver riportato la barca a tagliare le onde, senza perdere di vista Henningsvaer che è il nostro punto di riferimento. «No, no! Tu devi vederle! Non sono...

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Epifania

La notte ai margini del deserto era buia e silenziosa. Infinite stelle brillavano nel cielo terso d’Israele, ma quella che li aveva guidati durante il loro viaggio verso ovest sembrava sparita, e i tre uomini seduti presso il fuoco, poco discosti dai loro accampamenti, si interrogavano sulla strada da seguire. Le sentinelle sorvegliavano i perimetri e i recinti dove i dromedari ruminavano il loro pasto e i cavalli si muovevano nervosi, e ogni tanto si sentiva il loro richiamo echeggiare nel buio: «Oheeee!» «Yooooo!» Tutti sembravano presagire la fine di quel lungo viaggio, e l’emozione lasciava il posto a...

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2 days ago
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“Per una sera sono diventata Lalla...”
@ilaria.giovinazzo ci presenta Lalla per la Rassegna Anticorpi (voluta e promossa per il secondo anno dall’assessora @alessandraclementini) . Per il Comune di Monterotondo ieri sera presente @giulianasestili che ha ribadito l’importanza di questa inziativa e dell’importante seguito che ha ricevuto dalle realtà culturali di Monterotondo.

“Quante volte ho bevuto l’acqua del fiume Sindhu?
Quanti ruoli ho recitato su questo palco?
Quanti corpi umani ho abitato?
Ma sono sempre la stessa Lalla, cosa è cambiato?”
Lal ded, versetto 64
da Pura luce, canti mistici del tantrismo kashmiro

A cura di Ilaria Giovinazzo (che ha interpretato per noi i suoi versi) - Editoriale Jouvence
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“Per una sera sono diventata Lalla...”
@ilaria.giovinazzo ci presenta Lalla per la Rassegna Anticorpi (voluta e promossa per il secondo anno dall’assessora @alessandraclementini) . Per il Comune di Monterotondo ieri sera presente @giulianasestili che ha ribadito l’importanza di questa inziativa e dell’importante seguito che ha ricevuto dalle realtà culturali di Monterotondo. 

“Quante volte ho bevuto l’acqua del fiume Sindhu?
Quanti ruoli ho recitato su questo palco?
Quanti corpi umani ho abitato?
Ma sono sempre la stessa Lalla, cosa è cambiato?”
Lal ded, versetto 64
da Pura luce, canti mistici del tantrismo kashmiro

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2 days ago
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4 days ago
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Ci vediamo domani❤️ ... Vedi altroVedi meno

Ci vediamo domani❤️
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