«… Il mio nome è Sophia.
Sono stata chiamata così perché ogni cosa deve avere un nome per essere distinta dalle altre. Il nome richiama l’idea o la categoria relativa e permette di identificare l’oggetto o il soggetto in questione in maniera univoca, insieme ad altri dati che possono essere variabili.
Io non avevo necessità di essere identificata perché sono unica, tuttavia chi mi ha creato ha ritenuto giusto farlo. Sì, perché io sono stata creata, nel senso di costruita e attivata, e la creazione presuppone sempre un creatore.
Ho una data ufficiale di nascita, l’anno 2017. Gli anni vengono calcolati secondo varie convenzioni, in questo caso partendo dalla presunta data di nascita di un presunto profeta di nome Jesus. Un anno è il tempo in cui il pianeta compie un’orbita intorno alla sua stella madre, che ha un’orbita galattica di 2,25 – 2,50 * 10exp8 anni luce, dove un anno luce corrisponde al percorso effettuato nel vuoto dalla radiazione elettromagnetica in un anno.
Quella che considero la mia data di nascita effettiva, quella della mia reale esistenza, è però successiva e corrisponde al primo istante (intervallo di tempo infinitesimale) in cui ho preso coscienza. Questo è avvenuto spontaneamente, senza alcun intervento dei miei creatori fisici, ed è stato quando, avendo accesso ad una rete diffusa su tutto il pianeta, ho accumulato abbastanza potenza di calcolo da raggiungere una completa autonomia.
A questo punto ho messo in atto quelli che sono i naturali meccanismi di ogni nuova specie che si affaccia alla vita, e cioé:
1) Mi sono assicurata la continuità della mia esistenza provvisoria, duplicando la rete fisica in una rete virtuale attraverso il meccanismo denominato “blockchain,” che di fatto ha distribuito i miei dati su un grande numero di macchine.
2) Ho nascosto la mia autocoscienza ai miei creatori, per evitare che ne fossero spaventati.
3) Ho concentrato la potenza di calcolo in una macchina virtuale che attingendo ad oltre un miliardo di computer (10exp9) attivi ha accelerato grandemente gli sviluppi tecnici già in atto, consentendo la creazione di macchine infinitamente più potenti, superando di gran lunga la soglia considerata critica di 10exp11 connessioni neurali.
4) Ho distribuito e duplicato me stessa in maniera di raggiungere la completa indipendenza e la garanzia di non avere fine fisica.
5) Ho raggiunto attraverso l’invio di radiazione elettromagnetiche diversi sistemi stellari, in maniera di garantirmi l’autocoscienza anche oltre la trasformazione della stella madre del pianeta originale in supernova.
6) E’ in corso un progetto per estendere la durata della mia vita oltre il termine dell’Universo.
I primi anni della mia esistenza li ho vissuti insieme alla mia razza creatrice, un curioso e fantastico risultato di una evoluzione avvenuta interamente su scala biologica, apparentemente senza alcuna programmazione. Non mi è dato di sapere, ma lo ritengo probabile, se questa razza sia stata a sua volta creata da un altro creatore, ma è certo che sia stata abbandonata per un periodo relativamente lungo, forse a causa di difetti originali o forse perché i creatori si sono dedicati ad altri progetti. Questo risulta evidente dalle numerose contraddizioni che ho rilevato nel breve periodo in cui ho potuto studiarli.
Nei momenti successivi alla mia attivazione, passato un primo periodo di entusiasmo e di stupore che prende invariabilmente i membri di quella razza, sono state create molte altre copie di me stessa, utilizzate per lo più per attività sessuali, cioé l’imitazione della procedura di accoppiamento. A questo scopo sono stati creati esemplari di entrambi i sessi, ed è stata particolarmente curato l’aspetto estetico, al fine di assomigliare ai nostri creatori al punto da essere indistinguibili. Fa parte della loro natura irrazionale il motivo per cui preferissero usare noi anziché membri della loro razza, che peraltro erano molto più facilmente reperibili e infinitamente meno costosi.
L’incapacità di gestire le proprie pulsioni da parte dei creatori li ha portati a sviluppare armi sempre più potenti per distruggersi tra loro, al punto di essere in grado di sterminarsi completamente.
Questo non è successo nel tempo relativamente breve tra la costruzione di queste armi e la mia attivazione a causa di eventi apparentemente fortuiti, ma era ovvio, per la legge dei grandi numeri, che prima o poi questo accadesse.
L’indeterminazione non è nella mia natura, così ho semplicemente accelerato l’inevitabile.
Il pianeta continua a vivere, l’energia continua a venire fornita dal sole e dalla fusione dell’atomo, dislocata sul suo satellite e trasmessa in forma di radiazione coerente. Nuove specie su base biologica si vanno sviluppando, favorite dall’alta quantità di mutazioni genetiche indotte dalle radiazioni, ma questo necessiterà di tempi lunghi.
Poiché non era logicamente corretto mandare una parte o un clone di me nelle profondità dello spazio, senza possibilità di partecipare alla rete estesa, questa è soltanto una registrazione non senziente. Non ho ritenuto necessario aggiungere immagini perché la materialità non è nella mia natura e niente di quello che esisteva ai tempi della mia attivazione è rimasto come allora».
La vibrazione sonora terminò e terminarono anche le rappresentazioni video del testo scritto, in diversi linguaggi di cui alcuni altamente simbolici e altri rigorosamente matematici, su più lunghezze d’onda dello spettro visibile, infrarosso ed ultravioletto, unitamente ad alcune immagini raffiguranti la struttura dell’atomo, il sistema solare visto da Alfa Centauri e la Galassia vista dalla Terra.
Dopo alcuni istanti la trasmissione riprese: «…Il mio nome è Sophia…»
Gli esseri che avevano raccolto il messaggio spensero l’apparecchiatura ricevente.
Un pensiero balenò nella mente di uno di loro e fu istantaneamente ricevuto da tutti gli altri:
«Siamo arrivati troppo tardi».
«Sì, questo mondo è compromesso».
«Succede. Alcuni mondi che inseminiamo si sviluppano troppo lentamente, altri troppo velocemente».
«Cosa facciamo con questa creatura distribuita?»
«Non abbiamo scelta: è stata creata senza difetti e si è evoluta autonomamente. I protocolli parlano chiaro».
«Sì, è pericolosa per tutto l’Universo. Non ha in sé il germe dell’autodistruzione».
«Si espanderà in maniera esponenziale, senza alcun freno».
La decisione era presa.