Appena ho smesso di essere figlia, ho desiderato diventare mamma. Credo che ognuno debba ritrovarsi in un ruolo per non perdersi del tutto. Prima non ero semplicemente pronta per diventare mamma, ora non so se sono pronta per farvi diventare figli senza nonna. Ma certe cose non si scelgono.
Di diventare mamma, invece, l’ho scelto, voluto e ho sperato ardentemente che foste gemelli.
Cari figli miei, mi spiace dirvelo e non so quali migliori parole usare per addolcirvi la pillola, ma vi tocco io come mamma. C’ho messo 40 anni a sentire un po’ lo spirito materno, ma non vi aspettate di avere la mamma saggia e perfetta. Questa che vi tocca, dice chi la conosce, è un po’ stramba ma simpatica. Sicuramente sono migliorata negli ultimi anni, grazie anche al papà, che è una persona seria e soprattutto crucca.
Forse davanti a voi non ammetterà mai che mentre la mamma zompettava felice sulla sedia del ginecologo dopo aver avuto la certezza che eravate due uova al tegamino, a lui e al ginecologo prendeva una sincope. Ma la mamma già lo sapeva che eravate due, glielo aveva detto la zia Emma, e lei non si sbaglia mai.
Da uova al tegamino siete diventati noccioline, Kit&Kat, Krik&Krok, fino a quando non avete vinto il denominativo di M&M’s, dato che la mamma si è fissata che i vostri nomi dovessero cominciare per M. Il perché è semplice, almeno per me, contorto e artificioso per molti.
La mamma è un po’ fissata con il numero 11: il suo primo numero di maglia, il primo numero di maglia del suo primo ragazzo. Ha scoperto poi che, essendo nata il 29, il suo numero identificativo era quello della somma delle due cifre, cioè 11. 11 sono anche due 1 che stanno sempre insieme, e quando il primo si volta a prendere la mano dell’altro forma la lettera M, non a caso l’11ma lettera dell’alfabeto (italiano). M è inoltre l’iniziale delle parole più belle: Mare, Mamma, MareMio, MammaMia, Matteo (non solo vostro zio ma anche il patrono di Salerno, la città magica per la vostra mamma, che qui è nata e qui si è ritrovata e nella quale adora sperdersi).
Il babbo, invece, incurante che in tedesco esistano parole lunghissime e impronunciabilissime, da buon ingegnere ha deciso che avrete un cognome lungo e quindi i nomi dovranno essere corti. Inutile distoglierlo da quella che per lui è un’evidenza scientifica mentre altro non si tratta di fissazione soggettiva. Ma il papà è così: si impunta sulle cose fin quando non trovi validi motivi per prenderlo in giro distruggendo con l’ironia le basi sulle quali ha fondato le sue teorie. È la parte divertente con un ingegnere. Affinare l’arte della distruzione sillogistica applicata alla stupidera empirica.
Fissandosi fissandosi ha sparato due nomi che pure hanno segnato la lunga infanzia/giovinezza/adolescenza/maietàadulta della vostra mamma, sempre che voi siate una coppia maschietto-femminuccia, come si vocifera fra i vari dottori che vi hanno osservato bene. O almeno ci hanno provato, dato che voi col piffero che vi mostrate, facendovi sberleffe della nostra curiosità. Perché a voglia di ripetere che l’importante è che siate sani. Quello è importantissimo, ma anche il vostro sesso ricopre un ruolo non da poco nelle aspettative (che tanto si riveleranno sbagliate) di mamma, papà, zii e affini.
Mila&Mika, che a chiamarvi insieme vien fuori la Milka. Peccato non battezzarvi, che Willy Wonka vi avrebbe fatto volentieri da padrino. E fin dal primo Natale della vostra esistenza saprete chi è Willy Wonka, perché vi toccherà assecondare le tradizioni della mamma, fatte di Mary Poppins, La Spada nella Roccia, Willy Wonka appunto, Piccole Donne e altri grandissimi capolavori che le hanno bloccato la crescita relegandola nell’eterna giovinezza.
Mila, guai a te se non ti viene la passione per la pallavolo rinnegando il tuo nome. Mika, fai un po’ come te pare, non importa che ti metti al volante di una F1, ma se volessi anche tu farti stregare da quel magnifico sport te ne sarei grata. Del resto siete nati in due campi divisi da una rete, ho tutte la ragioni del mondo nel riporre in voi grandi speranze.
Ah, papà sosteneva che al mare vi facevo diventare grulli già in pancia a forza di far capriole (non si è proprio espresso così, il vostro elegantemente e sempre pacato crucco padre), ma son sicura che già vi divertivate un sacco nel MareMio della mamma.
Farò di tutto perché vi aspetti una vita divertente, o almeno che sappiate prendere il lato divertente di una vita che non sempre lo è. Io faccio le capriole da sempre per cambiare punto di vista, e Mila è già a capa all’ingiù e son sicura abbia già scoperto la giusta prospettiva. Mika invece è a culo ritto, puntato sui miei reni. Questo mi crea un po’ di problemi fisici, ma mi dà anche la possibilità di chiamarlo “figlio di una buona donna” offendendo solo me stessa, e questo mi fa già ridere.
Bene, figli miei, un po’ mi sono presentata: sono la vostra mamma e per ora con i bambini ho una grande esperienza clownistica-giullaresca. Ma chissà che non vi/mi stupirò con effetti e affetti speciali.
Ah, il papà vi vorrà soldatini tedeschi: pronti a fargli dispetto? Io sì..