Capitolo primo
Wendy e Caterina erano due anime che, per una svista di Dio, erano finite nel corpo di una bambina.
Nessuno si accorse di questo fatto, anche perché le anime sono invisibili e quella che videro mamma Franca e papà Vittorio era una bella bimba con un faccino rotondo, gli occhi verdi e i capelli dritti come li aveva desiderati mamma Franca.
Loro avevano già due bambini con i capelli ricci: Marisa di otto anni e Ninetto di quattro.
Erano una bella famiglia i Nicolini, semplice e dignitosa e avevano la fortuna di vivere in un piccolo angolo di Paradiso, a Sestri Levante.
La loro casa si affacciava sul mare e sul retro c’era un giardino con un fico, un caco e tanti fiori, un pollaio e una conigliera sul fondo.
Sulla facciata della casa era dipinta una meridiana con la scritta “SOL OCULIS MUNDI” e due leoni in rilievo forse perché i costruttori avevano qualche velleità di nobiltà.
Di ciò erano sprovvisti i Nicolini che sbarcavano il lunario con il lavoro di Vittorio. Anche Franca si dava da fare, era una antesignana del catering, molto richiesta alle comunioni e ai matrimoni.
Era brava a cucinare, cucire e lavorava per arrotondare il magro stipendio di Vittorio.
Non trascurava però i suoi bambini ai quali non voleva far mancare nulla: lei era rimasta orfana da piccola e la sua infanzia era stata molto triste.
E infatti i tre piccoli Nicolini crescevano felici.
Anche Wendy e Caterina stavano bene insieme, avevano gli stessi gusti, lo stesso amore per il mare, i giochi sulla spiaggia e tanti amici.
Questi erano tutti maschi: in quel quartiere mancavano bambine della loro età.
Facevano gare di nuoto, corse sulla spiaggia, andavano a pescare sugli scogli, giocavano a palla, agli indiani, al pampano.
La bambina che ospitava Wendy e Caterina se la cavava bene, era una sportiva, aveva grinta e tanta voglia di divertirsi.
A sei anni cominciò la scuola: non era molto felice di abbandonare quella vita spensierata ma era una scolara diligente anche se si divertiva solo nell’ora di ginnastica e in quella di canto.
Il maestro di musica faceva cantare a tutta la classe inni patriottici: Fratelli d’Italia, Va pensiero , Il Piave mormorava ecc. ecc.
Erano gli anni ’50, la guerra era finita da poco e negli adulti era fresco il ricordo di quegli anni e l’amor di patria.
A Wendy e Caterina la musica piaceva molto. Per loro fortuna a casa se ne faceva molta: Ninetto suonava la fisarmonica e prendeva lezioni da un maestro.
Le sorelle lo ascoltavano incantate e per poter partecipare Marisa soffiava su un pettine ricoperto di carta velina ed emetteva un suono vibrante, incrocio tra un violino e un’armonica a bocca.
La piccola accompagnava con i coperchi, quelli veri delle pentole.
Papà Vittorio cantava ai figli brani di operette e canzoni classiche dei suoi tempi; mamma Franca si esibiva solo in Chiesa e nelle processioni.
Era tutto molto artigianale ma divertente ed istruttivo.
C’era poi la radio con le canzoni di Marzari e il Festival di Sanremo; Marisa insegnava alla sorellina tutti i testi delle canzoni e lei andava in giro cantando di fiori, scarponi, papaveri e casette in Canadà.
In estate, una famiglia torinese affittava l’appartamento al piano di sopra e, a finestre spalancate, ascoltava dischi di musica varia.
A Wendy piaceva soprattuto una canzone, intitolata “La mer”e cercava di impararla a memoria.
Un’altra passione dei ragazzi Nicolini era il cinema. Alla domenica pomeriggio andavano nell’unica sala cinematografica di Sestri Levante e vedevano lo spettacolo due volte di fila.
Erano film Western, commedie di Jerry Lewis e Dean Martin e film storici attraverso i quali si imparava la Bibbia, la mitologia, la storia dell’Impero Romano, tutto con gli occhi dei registi americani.

continua……