Erano le 8:30 del mattino e Giovanni Bossi spiegò ai genitori il sogno che aveva fatto, era spettacolare pieno di colpi di scena, ma partiamo dall’inizio.
I genitori allora esclamarono:
«Dai raccontaci!!!»
A quel punto egli narrò che nel sogno conviveva con una principessa Marina, ma un giorno le guardie andarono a ispezionare la casa e all’improvviso rapirono Ariel.
La principessa chiese loro:
«Perché mi rapite sono solo una sirena povera!!»
Le guardie risposero:
«Ordini del Capo».

Il piccolo Giovanni dopo averlo scoperto reagì molto molto male e gridò:
«Perchéééé!»
Allora andò dalla mamma a chiedere aiuto la mamma rispose:
«Ti aiuto se mangerai la cena a base di funghi, fagioli, lenticchie, asparagi e cavolfiore».
Giovanni rispose:
«Nooo, è un sacrificio, ma lo farò per salvare Ariel. Povero me!!!» aggiunse sottovoce.
E così i due partirono per un lungo viaggio che durò 3 minuti, perché avevano un mezzo di trasporto degno di un cavaliere: il bus subacqueo giallo e nero con ali di pesce che attraversava i mari pescosi con molti tesori da pescare e con all’interno le ricchezze di tutti i mari delle Hawaii.

Nel tragitto trovò il castello abbandonato dove c’era l’arco di Hercules nascosto in un forziere:
«Con questo vinceremo lo scontro finale sott’acqua!» esclamò Giovanni.
Intanto i suoi genitori si erano addormentati, ma lui non se ne accorse e continuò spedito.
Ritornando al sogno Giovanni Bossi era arrivato ai piedi del castello di king Bossi:
«Tan, tan, tan» disse una voce inquietante che proveniva da lontano, allora senza fiato in gola entrò nel castello impugnando l’arco di Hercules.

Giovanni e la mamma senza paura guardarono in ogni angolo del Castello fino a trovare King Bossi con Ariel; dopo 5 minuti lo sconfissero con due frecce nella testa e King Bossi cadde a terra.
Le guardie dopo aver visto morire Bossi erano impaurite e quindi lasciarono andare Ariel.
Tornarono a casa felici e contenti.

Una volta finito di raccontare, Giovanni si accorse che i suoi genitori si erano addormentati allora li svegliò e loro dissero che era ora di andare a nanna e gli fecero l’occhiolino.
Non si deve vagare troppo con la fantasia.

Daniele – Emanuele