Il tempo aveva lasciato le tracce del suo passaggio su quel volto minuto, piccoli solchi, quasi delicati, che lo rendevano persino più bello. Gli occhi, seppure mostrassero la naturale stanchezza dell’età, erano sempre vivi e luminosi. Rosaria, seduta sul terrazzino di casa, si godeva il tiepido calore dell’ultimo sole della giornata ammirando le verdi colline intorno a se e, quando volgeva lo sguardo a ponente, l’azzurra distesa del mare. La sua era una calma apparente: antichi pensieri e dubbi le martellavano la testa, incessantemente, privandola di quella pace interiore che tanto aveva sognato. Immagini, come foto sbiadite e ingiallite dal tempo, sembravano scorrerle davanti agli occhi, ognuna delle quali le mostrava un momento, un particolare bello o brutto della sua travagliata passata esistenza. Il padre partito per terre lontane in cerca di fortuna, la madre di salute cagionevole, due sorelle più giovani e una casa da accudire, questa era la sua realtà … ed aveva solo14 anni. Tre anni dopo, quando la madre morì mentre il padre brillava per la sua assenza, Rosaria divenne capo famiglia. Lei, una ragazza minuta e dall’aspetto ingannevolmente fragile, diventava di colpo Donna, perdendo tutto quello che le spettava per diritto: vivere la sua gioventù! Non si perse d’animo, l’apparenza nascondeva un carattere forte e una tempra d’acciaio. Nulla la fermò, nemmeno i duri sacrifici che dovettero affrontare, lei e le sorelle, in quei lunghi anni di guerra, anni in cui le rinunce e la miseria erano pane quotidiano … e non solo per loro.
Ancora si sentivano gli echi delle ultime bombe quando incontrò Giovanni e, insieme, costruirono una famiglia vera, come quella che a lei era mancata. I sacrifici si protrassero ma, divisi per due, parvero meno pesanti da affrontare e, con sano sacrificio, ebbero la fortuna e la gioia di vedere realizzare parte dei loro sogni. Figli e nipoti l’hanno circondata di rispetto ed affetto seppure … spesso lei mostrasse, inconsapevolmente, il lato ruvido del suo carattere, ma mai con cattiveria. Rinunce, avversità e dolorose vicende avevano scavato, lasciando segni profondi, ferite mai rimarginate, nel suo carattere, non lasciando trasparire la celata umanità.
Rosaria ora guarda senza vedere più le verdi colline e l’azzurro mare, pudiche lacrime le offuscano la vista ma tenacemente si rifiutano di sgorgare, forse per orgoglio.
“Che c’è nonna, perché piangi?” chiede Rosa, la nipote.
“Chi io? No, non sto piangendo, è il sole basso che mi ha abbagliato” e con una mano sembra voler rimandare indietro la lacrima poi, le fa segno d’avvicinarsi:
“Rosa, dimmi la verità: ma tu mi vuoi un po’ di bene?”
“Ma certo nonna, che vai pensando?”
“Io penso di non essere stata una buona nonna. Troppe volte sono stata sgarbata, dura, intollerante però, dentro di me, ti ho sempre voluto un mondo di bene.”
Rosa si avvicina, l’abbraccia forte e la bacia. Ora è lei ad avere gli occhi colmi di lacrime.
Il suo sguardo, volto a ponente, vede nitidamente il tramontare del sole, la in fondo, sembra sprofondare nell’azzurro mare che i raggi dormienti hanno reso dorato. Rosaria sorride, ha capito che nulla mai avviene per caso. No, non era tardi aver capito che il sole scalda solo quando è al tramonto!
Chiuse gli occhi e s’addormentò felice.