TIPE DA SPIAGGIA

È davvero un palcoscenico unico e divertente, la spiaggia, se messi da parte i quotidiani impegni professionali o familiari, si approfitta del guadagnato tempo libero a disposizione per guardarsi un po’ intorno osservando o ascoltando un numero ben assortito di rappresentanti il cosiddetto “gentil sesso” nell’esercizio delle loro performances balneari a vario titolo.
Io lo faccio spesso, mi incuriosisce e spesso mi diverte anche.
Come la scenetta cui ho assistito stamattina, durante la quotidiana passeggiata lungo la riva del mare.
Partita di buon passo sul litorale in direzione nord, verso Marina di Pietrasanta, dopo alcune decine di metri non ho potuto fare a meno di notarla.
Lei.
Lei, ovvero una snella e abbronzatissima signora almeno cinquantenne, tutta tatuata in quasi ogni parte del corpo.
Anzi, l’ho osservata: le uniche zone non ricoperte da tatuaggi, piccoli o grandi che fossero, erano il viso e il dorso delle mani. Onestamente, non mi piaceva davvero. A parte il fatto che a me i tattoos proprio non piacciono, la signora in questione ne dava consapevole sfoggio ricoperta, si fa per dire, da un microscopico bikini nero, tre triangolini di pochissimi centimetri, a ricoprire pube e tette vistosamente rifatte, due meloni perfettamente tondi e rialzati che strabordavano dalla striminzita strisciolina di stoffa che copriva i capezzoli.
Ma la cosa che più mi ha divertito (lasciando perdere altre considerazioni…), è stato notare che la signora in questione, lunghi capelli corvini e bocca atteggiata all’ormai classico quanto ridicolo culo di gallina, piroettava nemmeno tanto aggraziatamente sulla riva del mare tendendo il braccio destro la cui estremità, una mano inanellata ad ogni singolo dito, afferrava saldamente un telefonino, uno smartphone dalla custodia pink fosforescente, scattandosi selfies a ripetizione: dal basso verso l’alto, dall’alto verso il basso, dal lato sinistro a quello destro e ancora viceversa, sempre con le labbra a canotto nella stessa inamovibile posizione “vieni-qui-che-ti-bacio” ed occhi truccatissimi dallo sguardo languido in un perfetto quanto assurdo make-up da spiaggia…
Et voilà!
Scatta di qui, scatta di là, scatta di su, scatta di giù… Scatta, controlla, invia…
Mi divertivo ad osservarla di sottecchi, m’ero fermata con calcolata nonchalance a pochi metri fingendo smisurato interesse per sdraio e lettini alle sue spalle… Ahahaha!
La tipa, comunque, ben si premurava ogni tanto di guardarsi furtivamente intorno, si sa mai che qualche sguardo, soprattutto maschile, non venisse ingordamente catturato…
E in effetti così fu.
Con tutte quelle grazie esposte senza lasciar ormai più nulla all’immaginazione… Mah.
Certo non era più giovanissima, la tipa.
Anzi.
Vabbè, de gustibus, no?
Ma volete sapere qual è la cosa che mi ha lasciata allibita, infine?
Questa.
Un ragazzino più o meno quindicenne ad un certo punto sbuca correndo da dietro una fila di ombrelloni, gridando: “Mamma! Mammaaaaaa!!! Oh, mamma, ma dove t’eri cacciata!?!”
Al che lei, la tipa, abbandonato il finto sorrisino a culo di gallina stampato sul viso e cambiando immediatamente tono, replica al pargolo adolescente sibilando sottovoce:
“Ma quante volte te l’ho detto di non chiamarmi mamma, qui!!!!”

No comment.

Alé, dai.
Tutti al mare…

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