Ascolta la versione audio, interpretata da Andrea Di Vincenzo e Nora Godano di Cantine Teatrali:

Suona per me Johnny Guitar
di Graziella Dimilito

Nel saloon  i tavolini sono tutti occupati da cowboy e pistoleri, sporchi e sudati, che passano il tempo a ubriacarsi e giocare a poker, spesso barando, rischiando di essere uccisi all’istante. Il fumo dei sigari impregna il locale di odore acre e lo avvolge in una nebbia irrespirabile.
Il barista serve birra e rum a volontà, felice di riempire di soldi la cassa. In un angolo appartato il pianista suona ininterrottamente musichette allegre, sopra di lui un cartello: “Non sparate sul pianista”.
Con un abito scollato e movenze provocanti, la bella Lily si aggira fra i tavoli, facendo l’occhiolino agli avventori, rimediando, oltre a un bicchierino di rum e qualche mancia,  anche qualche pacca sul sedere. Nasconde il suo disgusto Lily e fa finta di niente; in quel paese polveroso e inospitale bisogna arrangiarsi.
La porta a spinta del saloon si apre, entra un giovane uomo con la chitarra a tracolla, ha un aspetto gentile, si avvicina al banco e chiede una birra. Il locale sprofonda nel silenzio, tutti si voltano a guardarlo: chi è quello straniero? E’ in cerca di guai o è solo di passaggio?
Lily gli si avvicina prontamente:
“Ciao straniero, posso farti compagnia?”
“Certo – risponde – barista, da bere per la signora”.
“Come ti chiami?”
Guardandola negli occhi sorridendo:
“Mi chiamo Johnny, gli amici mi chiamano Johnny Guitar”.
“Oh certo, un soprannome appropriato” – ride Lily guardando la chitarra.
Con un gesto della mano Lily zittisce il pianista:
“E allora suona, suona per me Johnny Guitar”.
Il giovane sorride, si siede sullo sgabello e comincia a suonare uno struggente brano country, guardando in viso  la bella Lily. Lei chiude gli occhi e, trasportata dalla musica, sogna di andare via da quel luogo inospitale, di salire a cavallo con Johnny Guitar e fuggire, veloce come il vento verso una vita migliore.