Alla fine giunge per tutte quell’età in cui si è più seducenti vestite, sia pure in abiti scenicamente discinti, che completamente nude.
Ovviamente non riguarda solo un fattore d’età ma anche di fisico.
Insomma, care signore over cinquanta, se non siete palestrate e toniche come Madonna, meglio adottare qualche piccolo accorgimento atto a mettere in evidenza ciò che ancora regge piuttosto che palesare ciò che è in decadimento.
E’ un’arte, questa, non del mascheramento ma della celebrazione.
Perché ogni stagione ha i suoi colori e i suoi profumi ed è grottesca la pretesa di mascherare la fioritura tardiva, e dolcemente trascolorante dell’autunno, in quella della primavera quando, invece, i germogli sono ancora impuberi.
Una luce troppo vivida su un corpo vissuto è perfetta nell’arte della pittura ed in quella della fotografia, molto meno nella cornice di una camera da letto.
E non credete alla storia che il sentimento rende tutto eterno perché sarebbe come volersi illudere che l’amore abbia il potere taumaturgico di conservarci intatte nel sarcofago della giovinezza eterna o, con una più sarcastica ipotesi, che il vostro partner sia affetto da una seppur virtuale cecità.
Bisogna essere quindi realiste, un pochino ciniche e molto ironiche, per potersi sapientemente reinventare per incorrere in impietosi paragoni con quello che un tempo eravamo e quello che oggi siamo.
Paragoni estendibili a tutto il resto dell’ esuberante e concorrenziale, fauna femminile.
Cimentarsi in una sfida impari con la forza di gravità che impietosa attira verso il basso ciò che prima svettava alto (seni e glutei) è una battaglia faticosa e le vittorie sono solo momentanee (anche quelle ottenute con la chirurgia plastica), col risultato di giungere alla camera da letto stressate ed irascibili.
Fattori, questi ultimi,che non giocano a nostro favore, che si sa che il malumore disegna nuove rughe, rende amara la piega della bocca e l’alito cattivo.
Personalmente opto per la messa in scena ed il gioco: è molto coinvolgente e crea complicità.
SOTTO IL VESTITO NIENTE
Ci si veste per lasciarsi vedere, e non è un controsenso.
Abbiamo a disposizione una infinita gamma di capi a cui far riferimento, dagli abiti sexy alle sottovesti di raso fino alla lingerie più raffinata.
Consiglio di attingere ad una tavolozza di colori notturni, i più insidiosi, i più sensuali. Via libera all’intramontabile nero, al seducente amaranto, al lussurioso rosso, all’ipnotico viola, all’imprevedibile verde, al sublime blu e alle stuzzicanti promesse del ruggine.
Eludete i colori pastello da fatina e quelli provocanti da lolita, ma anche tutte le malinconiche, uggiose tinte neutre che tendono a smorzare gli entusiasmi.
Vietatissimo, invece, il bianco, per evitare il drammatico effetto “sposina attempata”.
Se propendete per l’abito, che sia morbido, di un tessuto carezzevole, con scollature o spacchi strategici, e niente gioielli eccessivi, che oltre ad appesantire potrebbero, nel momento topico, risultare inopportuni.
Sotto il vestito niente: questo è imperativo.
L’abito è il racconto di una storia, ma dentro ci siete voi.
Offritevi alle sue dita attraverso le pieghe della seta. Una spallina scesa eccita enormemente la fantasia, così come una scollatura maliziosa da cui s’intravede il seno, possono essere l’avvio per una performance fantasiosa e quanto mai erotica.
Gli abiti offrono mille spunti di gioco e di narrazione: uno scollo vertiginoso sulla schiena che termina sulla linea dei glutei, o uno spacco sulla gonna, come una porta d’accesso al paradiso, e le scarpe, sempre e solo, rigorosamente tacco 12 (indossatele anche se non sapete perfettamente camminarci, insomma, il perimetro è circoscritto e se proprio dovete cadere cercate di farlo nelle sue braccia).
Giocate con i volumi della gonna: ampia e morbida, come un ombrello sotto cui il partner troverà un piacevole riparo, oppure aderente, come una guaina da sbucciare centimetro per centimetro, per lui una conquista ed un premio.
Eppoi c’è la lingerie, con tutto il suo seducente e audace armamentario di corsetti, guepierre e reggicalze.
Ma qui bisogna esser brave a saper valutare ciò che più è confacente alle caratteristiche del nostro fisico, per evidenziare i pregi e mascherare i difetti.
Il bustino è un capo d’abbigliamento nato per mettere in risalto la silhouette femminile, assottigliando il punto vita e sottolineando seno e fianchi.
Scegliete un corsetto con molte stringhe, perché più allacciature ci sono più è adattabile al vostro corpo.
Se volete mettere in risalto il bacino optate per la stringatura posteriore; frontale, invece, se volete evidenziare seno e gambe. Per quelle che hanno fianchi prosperosi è consigliabile di non stringere troppo il punto vita per evitare di somigliare ad una clessidra. Stesso consiglio per quelle che hanno il seno piccolo ed il sedere generoso, di non stringare troppo né il petto né la vita. In questo caso consiglio optare per una “petticoat” (ce ne sono di straordinariamente sexy)
La scelta della lingerie permette l’impiego delle calze, dalle autoreggenti a quelle con la giarrettiera, (assolutamente vietati i collant) lussuriosi feticci, gli oggetti del desiderio che da sempre stimolano fortemente le fantasie sessuali maschili.
…il tutto scenicamente correlato dai lunghi, fascinosi guanti di una femme fatale.
Lo scrivere, per me, non è vivere nel virtuale, ma in questo mondo reale dove non solo ESISTO ma CREO. E' una sensazione meravigliosa che non m'avvicina a Dio, ma a me stessa. (Marilena Migiani) Mi sono innamorata da bambina della parola pensata, del suo potere evocativo, magico. Nel mio vocabolario di allora pochi termini, molto elementari e forse con gli accenti sbagliati, ma capaci di strapparmi a quella solitudine che troppo spesso si tramutava in pianto, e spalancare finestre su mondi fantastici o semplicemente meno desolanti. Pensavo le parole e le vestivo di colori, così come vestivo la mia bambola (avevo una bambolina minuscola, molto essenziale, alla quale confezionavo gli abiti con la carta delle caramelle). Le mie parole evocative avevano odore di caramella. Le parole, anche quelle silenziose, quelle solo pensate, annullano il vuoto opprimente della solitudine. Questo devo aver intuito da bambina, così m'inventavo una favola, ed il finale era sempre bello (a quel tempo credevo ancora molto al lieto fine). Quando non inventavo elaboravo le storie sentite, le stravolgevo, le rendevo diverse da quello che erano in origine. Difficilmente accettavo la storia così come mi veniva proposta: dovevo vestirla con una carta di caramella, e solo io potevo deciderne il colore e il sapore. Ho sempre scritto da quando ho imparato a tenere la penna in mano. Poi c’è stata una lunghissima interruzione dovuta alla nascita di mio figlio, non solo per gli impegni della maternità ma anche perché scrivere e riporre le storie nei cassetti lo trovavo deprimente, perché chi scrive vuole essere letto. Ho ripreso in età ormai adulta, dopo molteplici vicissitudini esistenziali e durante il periodo più buio della mia vita, quello della depressione, su suggerimento dello psicologo e spronata da mio figlio. Scrittura terapeutica. E per me salvifica. Nel gennaio del 2008 ho aperto il blog “Antro Della Strega” che all’inizio era soprattutto diario on line e poi è diventato anche il quaderno dei miei racconti. Se non ci fosse stato internet credo che non avrei più scritto. La blogosfera mi ha dato modo non solo di pubblicare ma anche di conoscere ed entrare in contatto con altre realtà, confrontarmi con esse ed ampliare la mia visuale sul mondo. E sulla scrittura. … e se all’inizio, e per lungo tempo, il colore della mia scrittura è stato bianco rosso e nero, contaminazione dark nelle pagine del mio diario e nei miei primissimi racconti, poi, nel corso degli anni, e sul filo della mia evoluzione personale, è diventata a colori (perfino con inclusioni al neon), fino al più recente bianco e nero, nella tonalità brillante delle pellicole dei vecchi film restaurati per la visione di un pubblico nuovo. E’ per quel pubblico che scrivo e continuerò a scrivere.
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