A poche fermate dal capolinea

Continua a guardarmi le gambe, così le scavallo, cercando una posa più austera.

Dev’essere quel tipo d’uomo che ha la fissa delle caviglie perchè il suo sguardo si è avvinghiato alle mie come il cinturino di un sandalo.

Mi sento a disagio sotto quello sguardo impertinente e, come sempre accade quando provo imbarazzo, m’irrigidisco.

Unisco le gambe come una scolaretta sotto il banco, rimanendo immobile, concentrata sul libro che sto leggendo.

Lui ha visto la mia manovra ed intuito il mio disagio, così mi sorride di sghembo.

Ovviamente io rimango sulle mie, ignorandolo.

Ricaccio il naso nel libro, ma la trama mi sfugge perchè sento il suo sguardo intercettarmi mentre sfoglio la pagina o faccio un movimento.

Decido che ha un sorriso accattivante.
Decido che mi piace la fossetta sul suo mento.
Decido di smettere la farsa della lettrice.
Mi coinvolge molto di più la storia che sta accadendo al momento.

Chiudo il libro e metto gli occhiali da sole.

Ora sà che da dietro le lenti scure anch’ io lo stò guardando.
Il suo sguardo scivola di nuovo, apertamente, sulle mie caviglie, soppesandone lo spessore e cercando d’intuire, attraverso le calze, la qualità dell’epidermide.
Provocatoriamente accavallo le gambe mettendo in evidenza le mie virtuose caviglie magnificamente esibite nelle strepitose decoltè di vernice rossa, da cui emergono lucide, ed insidiose, nel rivestimento sottile del nylon del collant.
Liscio le pieghe del vestito giocherellando con l’orlo che, distrattamente, faccio salire oltre la linea del ginocchio, ben consapevole del seducente contrasto del pallore naturale delle mie mani che accarezzano la seta nera dell’abito, maliziosamente indugiando sul lembo satinato delle gambe.
L’adoratore di caviglie dal sorriso accattivante, non riesce a distogliere lo sguardo dal fraseggio discreto, ed  al contempo impudico, del racconto delle mie dita.
Un racconto breve, senza un vero finale.
A poche fermate dal capolinea.