-dedicato ad una persona totalmente ignara-

“Ora non esageriamo. Non è che Ludvig si fosse proprio innamorato, dopotutto non sapeva nulla di Palmira se non che fosse una donnina magra dal collo non troppo lungo, dai capelli non particolarmente fluenti, dalla bocca piccina ma con bei denti bianchi, dalla fisicità lievemente dimessa. No, aspettate. In realtà, a pensarci bene, sapeva qualcos’ altro: ad esempio aveva ormai conosciuto ed apprezzato il suo sorriso, la sua serietà, la diligenza, la motivazione nelle cose, il voler raggiungere gli obiettivi ad ogni costo, la puntualità.
Ecco, si. Credo sia tutto ciò che sapesse sul suo conto.
Non penso, in cuor mio (ma non diteglielo) che questo basti per innamorarsi di qualcuno.
Però quel giorno lui mi parlò di lei e nel farlo mi sembrò talmente tanto convincente che forse io capii che non c’è effettivamente un numero preciso di cose da dover conoscere per amare, non è prevista per forza una fisicità socialmente gradevole per riuscire a sentire il solletico allo stomaco…o le farfalle, come dite voi (a me le farfalle nello stomaco fanno impressione). Vedete, lui si stava innamorando di una donnina dalla presenza anonima con una storia normale alle spalle e con un presente altrettanto normale. Una donna brava, buona, giusta. Oddio, non corriamo. Non so quanto fosse brava buona e giusta. Qui bisognerebbe davvero andare a fondo.
O forse sono io che mi faccio troppi problemi?
Ludvig si è davvero posto così tante domande quando semplicemente appoggiando la testa sulla spalla di lei ha sentito il cuore fermarsi?”