«Comincia col chiamarmi Sindaco, anzi, Signor Sindaco!»
L’uomo corpulento aveva seguito il ragazzino da fuori scuola fino al primo vicolo deserto, adesso gli stringeva un polso e parlava con voce fredda e sommessa: «Mi spieghi che cacchio ci facevi ieri sera in casa mia?»
Il ragazzino si divincolava cercando di liberarsi dalla presa: «Non ti conosco! Lasciami, mi fai male!»
«Ti ho visto saltare dalla finestra della camera da letto. La casa era a soqquadro, ma non hai rubato nulla.»
«Tu sei pazzo, adesso urlo così la pianti.»
Il Signor Sindaco allentò la presa, non era certo il caso di creare argomenti di chiacchiere in quel maledetto paese. Sul suo conto ce ne erano state sempre fin troppe, e non tanto per il suo discutibile operato, quanto per le sue scappatelle, che avevano prodotto un cospicuo numero di cittadini cornuti, a partire da sua moglie.
«Senti ragazzino sto perdendo la pazienza. Tu sei entrato in casa mia solo per mettere tutto in disordine? Chi ti ha mandato? Cercavi qualcosa?”
Ma la risposta se l’era già data da solo: un avversario politico o peggio un marito geloso che cercava prove per far scoppiare uno scandalo, ricattarlo, rovinargli la bella vita e la carriera.
Uno squillo di tromba fece trasalire i due: il cellulare del Signor Sindaco intonò l’Aida. Sul display il nome della sua ultima amante, Eva, giunonica e focosa, vedova del maresciallo Reti, bisognosa di affetto. A seguito della dipartita del povero Reti, disonorato già da tempo, era diventata troppo assillante e riusciva a farlo innervosire per un nonnulla: l’avrebbe mollata al più presto.
«Eva ho da fare ti richiamo. Sì dimmi, veloce. Quali orecchini? A casa mia? Ma se non sei mai stata in casa mia! Li avrai persi da qualche altra parte, non insistere!»
Il Signor Sindaco chiuse la conversazione dapprima con aria urtata, poi come colpito da una rivelazione, da una inaspettata epifania, rivolse lo sguardo all’espressione indisponente del malandrino, che non se l’era data a gambe anzi, sorrideva!
«Come… come ti chiami?»
«Pietro Reti, signor Sindaco.»
L’uomo trasalì, un improvviso senso di gelo gli imperlò la fronte di sudore freddo, e allora capì tutto: il ragazzino non cercava prove, le creava.
Pietro Reti andò via spolverandosi le braccia, con una evidente aria soddisfatta, lasciando il povero Signor Sindaco alle prese con un’angosciante caccia al tesoro.