In questi giorni ho studiato molto. Ho ragionato su temi da trattare, interessanti contenuti da leggere, storie da raccontare, modi validi per tenere attivo il blog, per cogliere l’interesse di un potenziale audience. Ho ragionato sulla significato insito nel voler veicolare attraverso il blog contenuti di qualità.
Ho molti post in cantiere e molto poco tempo per scriverli… ma li tratterò pian piano tutti, perché sento viva l’esigenza di sistematizzare e sistemare le mie conoscenze.

Ho anche avuto modo di fare alcune chiacchierate interessanti. In particolare quella con Cristina, che ho conosciuto in occasione di un corso su tecniche di SEO e di scrittura di contenuti di qualità per il web di Roma Explorer qualche anno fa. Cristina è un talento, e dovrebbe assolutamente scrivere, ma per lei scrivere tenendo in considerazione troppe regole è noioso. Persino tenere un blog sulla sua grande passione, quella del viaggio, lo sarebbe: perché per scrivere contenuti di qualità occorre dare consigli su dove mangiare, passare la notte e roba simile, mentre per lei quello è l’ultimo dei problemi e degli interessi. Per inciso, Cristina prima o poi scriverà su Writer Monkey e capirete cosa intendo quando dico che è un talento, soprattutto di umorismo.

La mia amica Alba, blogger di professione da tempo (uno per tutti bambinialseguito) queste cose le sa bene, eppure sembra aver trovato quel perfetto equilibrio tra esigenza informativa di chi la legge e originalità. Tra scrittura accattivante e rispondenza alle esigenze conoscitive del lettore. Alba scriverà presto su Writer Monkey ovviamente 😉 , anche perché questo progetto è nato insieme alla nostra amicizia.

Da una parte Cristina ha centrato in pieno uno dei miei più grandi dilemmi. Il web richiede di produrre contenuti da leggere originali, rispondenti alle esigenze informative degli utenti (che grazie a strumenti gratuiti sono informazioni disponibili a tutti). Già questo rende assai improbabile il successo.

E in più, qualora si individui un argomento interessante e originale, occorre mortificare l’ispirazione in nome della sintesi estrema, della SEO, delle tecniche di scansione del testo da parte dell’utente medio (perché ci sono persino differenze tra destrorsi e mancini in questo senso), della prospettiva di condivisione sui social, del fatto che il contenuto scelto sia davvero pertinente con il tema del sito… E se poi non interessa? E se poi quel lettore non tornasse mai più perché ho tappato argomento? Il rischio di togliere le mani dalla tastiera o iniziare a digitare “il mattino ha l’oro in bocca” si fa serio.

Trovare un equilibrio non è facile, ma io credo che nulla sia più potente dell’ispirazione per generare contenuti di qualità, della voglia di condividere, di conoscere e di costruire qualcosa… il resto è quello che in fotografia è noto con il termine post-produzione. Iniziamo a scrivere un post per noi stessi, perché abbiamo bisogno di mettere ordine, perché siamo in piena crisi di “mezza età professionale”, o perché ci solletica l’idea di avere un progetto da condividere con Alba, Cristina, Pino, Nicoletta, Giulia (tutti forniti di talento e passione per la scrittura) e poi prima o poi ci si accorge che sta funzionando.

Cristina, scommettiamo?

Ad Alba e agli altri che questo equilibrio sembra lo sappiano già da tempo trovare, chiedo ovviamente consiglio.