Accidenti pure al caffè!

O era troppo lungo o troppo amaro o al gusto di topo bagnato.

Si si, esattamente di topo bagnato.

Non che fosse abituata a trangugiare topi ma rospi piuttosto si.

Come quello che stava cercando adesso di affogare a sorsi di caffè.

Ma il rospo ed il caffè sembravano essersi alleati e, anzi, ora la bestiola, eccitata, stava ballando la rumba.

Tutta colpa di quella stronza di Janette, la sua collega, che con fare civettuolo si lavorava il capo redattore e le soffiava tutti i pezzi più interessanti.

E lo faceva sistematicamente con quel suo parlargli a dieci centimetri di distanza, sorridendogli

e guardandolo fisso negli occhi con i suoi occhioni languidi azzurri…

Chi, però, aveva avuto l’idea di intervistare il direttore dell’ ospedale ‘Celesti Vie’ ?

E chi si era lungamente impegnata ad organizzare l’incontro?

Lei!

Non quella…quella… che tra due ore avrebbe condotto l’intervista al posto suo.

Ma adesso la pausa stava per finire, doveva rientrare anche se lo stomaco era ancora fremente di rabbia.

Sembrava che un plotone di rospi ballassero il Sirtaky quando d’ un tratto una vocina interiore gracidante le parlò.

Si! Ecco finalmente l’idea che cercava e che le avrebbe reso giustizia almeno un po’.

Così, fece preparare un caffè da asporto e lo offrì in redazione a Janette unitamente ad un amichevole sorriso e 40 gocce di Guttalax,dentro.

Il rospo, ora, s’era placato.