Quella cretina di Isabelle, la sua coinquilina, le aveva chiesto di lasciarle libero l’appartamento per quel pomeriggio perché voleva offrire un thè, chiamiamolo così, ad Alain, quel tipo bellissimo, super sexy, affascinante e bla, bla , bla, di cui parlava sempre.

E come dire di no alla sua amica? Capita tanto di rado incontrare un tale concentrato di virtù!

Così, praticamente sbattuta fuori di casa, Laura aveva pensato bene di andare al cinema per vedere ‘Baisers volés’ di F. Truffaut.

Lo davano  al cinema Louxor, in Boulevard de Magenta e sperava che quel paio di ore sarebbero bastate ad Isabelle per prendere con grande soddisfazione uno o due o, chissà, forse anche tre the.

Sarebbe dipeso da quanta teina aveva addosso Alain.

Formulando illazioni di tal bassa lega, aveva però scoperto che lo spettacolo sarebbe iniziato alle 18 ed aveva da attendere per circa 30 minuti il termine dello spettacolo precedente.

Il boulevard era discretamente trafficato da auto e pedoni, ma disponeva di ampi marciapiedi alberati con panchine. Ne aveva vista una libera e vi si era seduta lesta prima che venisse occupata da qualcun altro e sperando che nessun si aggiungesse accanto a lei.

Aprì un quotidiano che aveva con sé, non tanto per leggerlo quanto per darsi un contegno e non sembrare una di quelle signorine in cerca di compagnia.

Sapeva d’essere una bella ragazza, percepiva l’ammirazione negli occhi degli uomini quando la osservavano  e ne era lusingata. Era però molto infastidita dall’impudenza di certi sguardi, soprattutto da quelli che sentiva frugare in modo indiscreto sotto alle sue vesti.

Oddio, eccone uno , aveva pensato notando un ragazzo poco distante che la guardava insistentemente.

Spero che lo capisca che non mi va d’ essere abbordata, si era augurata e, istintivamente, aveva alzato ancor più su il giornale, affondandovi il viso in modo da creare una barriera che dicesse: “fermo lì, non ci provare”.

Però non c’era verso, quel tipo insisteva.

Ma guarda che cretino! Non sono mica come Isabelle a cui Alain ha fatto girare la testa con quattro complimenti ed un mazzo di rose!

Aveva pensato all’amica e al suo thè in corso…

Chissà come se la ride adesso Alain per aver trovato una così e ingenua romantica!, si era detta scuotendo un po’ il capo.

Aveva quindi allungato le gambe snelle e tornite, assumendo una posizione respingente, da frenata brusca.

Quel tipo ora la guardava con la coda dell’occhio come a studiare la situazione prima di un approccio.

Ma quanto manca ancora alle diciotto? Forse mi conviene aspettare dentro al cinema, così me lo  tolgo di torno, aveva infine deciso.

Si era alzata, non guardandolo di proposito perché aveva visto che si stava avvicinando.

Uffa! Adesso gliene dico quattro a questo scocciatore, aveva pensato girandosi dalla parte opposta, in direzione del Louxor.

«Scusi!» aveva sentito alle sue spalle.

« Signorina… aspetti.» aveva insistito quello con voce chiara e decisa.

A questo punto Laura non poteva più fare finta di non aver udito.

Si era voltata e, con tono secco e sguardo sprezzante, gli aveva sibilato:  «Si?».

E lui, gentilmente e forse un po’ imbarazzato, le aveva spiegato: «Vede, si è seduta su quella panchina dove c’è scritto : vernice fresca.»

Poi, con un sorriso lievemente ironico, se ne era andato perché una bionda da fine del mondo lo stava chiamando, oscillando su un paio di tacchi 12.

«Lucas! Mon amour, donne moi un bisou!»

Decisamente è da dimenticare questo cavolo di pomeriggio, si disse Laura osservandoli mentre si allontanavano allacciati e felici.

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