Ero molto piccola ed il Natale era ancora magico.
Un mese prima cominciavano i preparativi: tutti avevano degli incarichi.
Il più difficile ed importante era per me: la nonna mi insegnava la poesia che avrei dovuto recitare il fatidico giorno, ma in genovese ed io non parlavo in dialetto, per cui era come studiare un’altra lingua.
Però la fatica veniva ripagata ampiamente.
Dopo il pranzo di Natale, in piedi sulla sedia, recitavo la mia poesia tra la commozione e la gioia di tutti e diventavo la protagonista della festa.
E non era finita! Al pomeriggio facevamo il giro dei presepi di tutte le chiese del paese e, sui palchetti allestiti appositamente, altra esibizione di fronte a Gesù Bambino e al pubblico presente.
Ancora oggi ricordo quella poesia e ve la dedico.

O bambin coscì piccin
co-a so testa a rissolin
co-a so casa bella netta
che ghe stava Lisabetta;
Lisabetta a fiava
a Madonna a recamava
San Gioxeppe o fa o bancà
e o Bambin o fa a nannà.