NEL BOSCO

Il lupo uscì dalla sua tana, era affamato, non mangiava da alcuni giorni, tutti gli animali sue potenziali prede, fuggivano terrorizzati appena sentivano il suo odore. Mentre si aggirava sconsolato fra gli alberi sentì una risatina stridula, aguzzò la vista… uff! Era una stupida cicala che prendeva in giro una formica:

“Libertà, trallallà, fortunato chi ce l’ha” ahahahah! Lavora lavora formica, ma stai attenta, il lupo sta arrivando, ti schiaccerà sotto le sue zampe. Guarda me invece, qui sull’albero, al sicuro”.

Il lupo, annoiato, tornò nella tana. All’improvviso l’idea geniale! Prese la pelle di una pecora che aveva divorato giorni prima e la indossò. <Ecco, così le mie prede non mi riconosceranno, e non fuggiranno> – pensò soddisfatto. Tornò nel bosco così camuffato.

Le recenti piogge avevano lasciato pozzanghere un po’ ovunque, in una di queste, ai margini del bosco, si stava specchiando un micino, piccolo e tremante di paura, non trovava la strada di casa. Quando vide la sua immagine riflessa nell’acqua, fece un balzo di gioia: non era affatto piccolo, era gigantesco, sembrava una vera tigre!

Proprio in quel momento il lupo lo vide: <Ecco del cibo, un boccone un po’ piccolo però accontentiamoci>

Imitando la voce della pecora disse: “Buongiorno caro micio, come stai?”

“Miao, ciao pecorella, io sto bene e tu?”

“Benissimo” rispose il lupo sogghignando.

“Vieni pecorella, vieni a specchiarti anche tu in questa pozzanghera, è divertente!”

“Volentieri eh eh eh!”

Appena fu vicino il lupo si tolse la pelle della pecora e aprì le fauci, pronto ad azzannare il povero micetto paralizzato dallo spavento. Ma…

Dalla pozzanghera l’immagine riflessa della tigre si materializzò, con un balzo afferrò il lupo per il collo e lo uccise, poi tornò al suo posto. Il micio, incredulo, tornò a rimirarsi nello specchio d’acqua, convinto di essere forte e coraggioso come la tigre che vedeva riflessa.