Personaggi ed Interpreti:
Mr Nativity – il più grande creativo del pianeta
Camilla – mia amica e mia biografa, da me affettuosamente soprannominata L’Imperatrice
Amaranta – la mia alter ego
Lizard, Iggy, Kilroy, BLOG – creature metafisiche che abitano nell’antro
Cristiano Diogo De Santos, conosciuto alle cronache come Il Portoghese – personaggio di un mio antecedente racconto

– Dobbiamo metterci al lavoro, Mari, costruire una storia, la tua, fantastica ma credibile al tempo stesso-
L’Imperatrice mi parla con voce suadente e scandendo le parole, come se non fossi del tutto in grado di capire il senso del discorso.
– Ma guarda…pensavo che la scrittrice fossi io, ma ora scopro che, essendo a tuo parere inadeguata al ruolo, per riabilitarmi sarai tu a scrivere su di me: incredibile!-
– Fantastic –
Traduco acida, rivolta a Mr Nativity che mi ricambia con uno sguardo interrogativo.
– Preferisci rimanere senza contratto? Quello che ti sto proponendo è solo un piccolo restyling, una innocua operazione di facciata, veloce ed indolore, ma necessaria per risollevare le tue quotazioni ormai a livello di suolo, creare attesa per l’uscita del tuo libro (prima o poi lo terminerai, vero?) far circolare il tuo nome nel settore dell’editoria, tra gli addetti ai lavori ma, soprattutto, tra i possibili lettori. Le mie indagini di mercato hanno rivelato un vero disastro per quel che ti riguarda: assolutamente sconosciuta alla platea, qualcuno si ricorda di te solo perchè hai clandestinamente ospitato, dopo i fatti di Parigi, il filosofo e matematico Cristiano Diogo De Santos, conosciuto alle cronache come Il Portoghese. Un’occasione mancata, quella, avremmo potuto lavorarci sopra, trarne fuori addirittura il soggetto di un film perché avresti avuto materiale in abbondanza per un best seller e, invece…vai sempre ad infatuarti degli uomini sbagliati, e di conseguenza ci abbiamo rimesso tutti. Che fine ha fatto lui? Perso le tracce? Credo che ci sia una lunga fila di donne che lo stanno rincorrendo. Sei almeno in pole position? –
Evito di rispondere alle sue domande cattive che, in realtà, non hanno intento di ferirmi ma di riportarmi alla realtà: Camilla è la mia migliore amica e ha sempre fatto il tifo per me. C’era lei a consolarmi quando Il Portoghese s’è eclissato lasciando sul mio cuscino una rosa screziata ed un frettoloso foglietto con scritto:
Eu te amo
até breve.
Cristiano.
– Mr Nativity, che ruolo avrebbe in questo…restyling?-
Sottolineando con ironia sferzante, di cui l’Imperatrice però non s’avvede, il termine restyling.
– Quello del tuo boy friend –
La sua risposta, Camilla, la spara a freddo, senza nessun preambolo: è tipico suo di quando vuol ottenere qualcosa senza stare a discutere troppo. La polpa è questa, il resto lo possiamo anche decidere insieme, ma la polpa è questa e non si cambia: è ciò che imperativamente sottintende.
– Stai scherzando vero?-
– No, e non farlo nemmeno tu, perchè è un favore immenso quello che Mr Nativity ci sta facendo. Tu non hai idea dell’uomo che hai davanti e, d’altronde, come potresti? Leonard, proprio perchè è una personalità davvero potente, rifugge i riflettori e conduce una vita invisibile. Nessuna telecamera, nessun giornalista, hanno mai varcato la soglia del suo ranch; nessuna indiscrezione trapela circa la sua vita privata, assolutamente inaccessibile ai media. Il suo raggio d’azione spazia da Hollywood al Web, cinema, editoria, major, internet: deus ex machina del mondo reale e di quello virtuale. Perfino la politica s’avvale della sua straordinaria capacità di costruire eventi: il Nobel per la pace a Barack Obama, chi credi lo abbia reso possibile? Non è straordinariamente fuori da ogni logica quel Nobel per la pace ad un presidente che ha impunemente permesso continuassero le missioni di guerra in Iraq e in Afghanistan e poi in Siria? Lo stesso Leonard, dopo aver realizzato questa inaudita impresa, lo ha definito un “Nobel bizzarro e post moderno”. E’ un uomo magnifico, fuori dal comune, l’unico in grado di rendere accettabili anche le stravaganze più madornali. Attenta, però, a non innamorartene: è gay-

M’imbarcherò in quest’avventura e lo farò per Camilla, perchè lei è stata l’unica a credere in me, a mantenere vivo un sogno che io coltivo ormai solo per disperata inerzia esistenziale.
Ecco perchè non posso tirarmi indietro, lei ci ha investito così tanto in questo progetto, molto più di me che già da qualche tempo, guardandomi prima dentro e poi attorno, ho deciso che non vale la pena scalare le Ande con le mani nude per arrivare agli Appennini, perchè nonostante google maps e gli aerei veloci, per quelli come me continueranno ad essere irraggiungibili.
Ma accetterò il gioco: che almeno una di noi due possa ancora continuare a credere alla possibilità di un traguardo.

– Va bene. Cosa vuoi che faccia? –
La mia voce ha il tono della resa mentre un sorriso luminoso illumina il volto dell’Imperatrice.
– Non te ne pentirai, Mari, te lo giuro. Sei in buone mani. Lui è assolutamente un genio: alla fine lo adorerai.
Lascia che lo informi della tua decisione e… sai, neppure per lui è così semplice, venir fin qui è stato un gesto grande di amicizia nei miei confronti, la stessa immensa amicizia che mi lega a te. Per questo sono così convinta che questa nostra sinergia produrrà ottimi risultati, perché ha come fondamento il perseguimento del bene comune –
Detto questo Camilla s’appresta a tradurre al suo amico, in uno scorrevolissimo inglese, l’epilogo del nostro dialogo mentre, dal dipinto della Maternità Blasfema del Caravaggio, gli occhi verdi della Vergine (in realtà quelli di Amaranta, che guardano attraverso la tela) irridono scintillando, redivivi e maliziosi, la scena casalinga con Camilla e Mr Nativity seduti sul divano a conversare e fumare cigarilli Moods, mentre io sono intenta ad alimentare le fiamme nel camino affinché il mio prezioso ospite non senta troppo freddo anche se, a onor del vero, la stanza ha ormai raggiunto, per i nostri standard umani, temperature da forno crematorio e, sul muro, l’ombra scenica di Kilroy, il piccolo freak graffiti writer, s’è del tutto liquefatta in una striatura d’umido simile alla lacrima scura di un clown.
L’unica a godere di questo caldo infernale è Lizard Monna/Lisa, la lucertolina bionda che, perdendo ogni ritegno, si è fatta lascivamente irretire dalle lusinghe del fuoco ed ora, come ipnotizzata, si protende tutta verso le fiamme nella fanatica offerta di un’ancella sacrificale.

Devo proprio esser folle o, peggio ancora, sentirmi nella situazione in cui non ho più nulla da perdere, per accettare questo intrigo mediatico: una biografia inventata di sana pianta con lo scopo di costruire una leggenda atta a creare aspettative alla vigilia della pubblicazione di questo mio ipotetico libro, con una strategia di marketing già ampiamente collaudata e quasi sempre con successo.
La novità, però, è che questa volta Leonard Nativity, l’uomo più immaginifico del pianeta, non si limiterà ad una regia occulta ma, addirittura, interpreterà il ruolo principale.

Veloce ed indolore: così, l’Imperatrice, ha prospettato questa operazione.
Veloce ed indolore: ma per chi?

Per il rifiuto della mia biografa ad accettare quello che lei definisce “il suo unico fallimento”, quello che deturperebbe il suo sfavillante, perfetto, curriculum professionale.
Per la mia propensione, invece, ad accumularli i fallimenti, e che forse anche un successo improvviso lo vivrei con la stessa identica, caotica drammaticità: quindi ha ragione lei nel volerlo programmare, per rendermene consapevole ed evitare che io ne rimanga schiacciata, trasformandolo in un danno.

Chiari i vantaggi che da questa operazione ne ricaveremmo l’Imperatrice ed io, ma non ne vedo alcuno per Mr Nativity, in questo progetto che prevede la sua partecipazione attiva a scapito della sua leggendaria invisibilità.