Personaggi ed Interpreti:
Mr Nativity – il più grande creativo del pianeta
Camilla – mia amica e mia biografa, da me affettuosamente soprannominata L’Imperatrice
Amaranta – la mia alter ego
Lizard, Iggy, Kilroy, BLOG – creature metafisiche che abitano l’antro
Preannunciata dalla scia profumata dello Chanel n° 5, l’Imperatrice Camilla, la mia biografa, l’unica autorizzata a trattare i miei dati sensibili, sfolgorante in un sofisticato tailleur pantaloni bianco, varca la soglia dell’ antro al braccio di un uomo che a mala pena le arriva alle spalle, completamente intabarrato, nonostante la temperatura ancora estiva, in un cappottone nero dal quale a stento emerge la cima di un teatrale cappello a cilindro, anch’esso nero.
Camilla lo guida a passo sicuro: di certo sa che li stiamo osservando, da dietro le tende e dagli spiragli, e così è già predisposta al sorriso mentre graziosamente saluta con la mano le invisibili presenze.
Avanza, trascinandosi dietro quello che sembra un grosso gnomo, facendo attenzione a misurare il suo passo col suo che, altrimenti, se fosse troppo veloce rischierebbe di sollevarlo da terra, che s’intuisce, sotto il voluminoso cappotto, esser di peso leggero.
Così mi decido ad andar loro incontro, seppure confesso che dopo la notte completamente insonne avrei preferito non ricever visite, ancor meno da Camilla accompagnata da uno sconosciuto.
Mi affaccio sulla soglia: baci ed abbracci e il muto rimprovero negli occhi di lei per i miei capelli in disordine e gli abiti provvisori.
Fingo di non cogliere e porgo, cordiale, la mano all’uomo che l’accompagna e che lei, raggiante, mi presenta come Mr. Nativity.
– Mari, ho l’immenso piacere di presentarti Mr. Nativity, il più grande creativo del pianeta –
Mr Nativity mi stringe la mano e dice: spellbound.
Spellbound, colgo il lampo negli occhi di Camilla, e così mi verrebbe di protestare che non s’irrompe nelle case al primo risveglio e in compagnia di uno sconosciuto, fosse anche il più grande creativo del pianeta e pretendere di trovare tutto in ordine, tutto perfetto, e… dove diavolo l’avrà pescato questo Mr. Nativity?
E’ l’interrogativo che soprassiede tutti gli altri che, in sequenza logica, s’affacciano alla mia mente.
Al loro ingresso le creature dell’antro si sono apparentemente eclissate, ma non al mio sguardo: Lizard Monna/Lisa, la lucertolina bionda, s’è acquattata sotto il bordo del camino; Iggy, il killer salamandra, è in agguato sotto la botola da cui s’accede al passaggio segreto, nascosta dal presuntuoso tappeto del salotto, armato del suo fucile giocattolo; Kilroy, il freak graffiti writer, mimetizzato sul muro, completamente immobile, nella riuscitissima imitazione di un’ombra; dal dipinto apocrifo del Caravaggio,(una meravigliosa maternità definita blasfema perché troppo realistica, raffigurante una Madonna in preda alla depressione post partum, per questo ripudiata dalla Chiesa e perfino dai moderni fans club del grande pittore) campeggiante sulla parete di fronte al divano, con gli occhi vivi di Amaranta, la mia alter ego, e di BLOG, il mio figlio obeso e nichilista, infissi in quelli della Vergine e del Bambinello, a seguire ogni nostro movimento.
Mr Nativity, che se ne sta seduto rigido sul bordo del divano, ha ingollato d’un sorso il mio caffè, nero e bollente, ed un po di colore è finalmente apparso sul suo viso.
– Tank you –
Mi sorride, restituendo la tazzina
Devo riconoscere che il mio salotto non è tra i luoghi più caldi del mondo ma nemmeno una cella frigorifera, e il tepore del primo mattino promette una giornata quasi estiva.
– Accendilo, Mari, per favore –
Interviene Camilla indicandomi il camino.
– Mr Nativity non sopporta il freddo poichè soffre di una rarissima forma di anemia, per cui vive e lavora a Furnace Creek, nella Death Valley in California, una delle regioni più calde del mondo, e se stamani è qui è solo per via della grande amicizia che ci lega. T’assicuro che a nessun’altro sarebbe riuscita l’impresa di trascinarlo oltre confine ed io stessa, in virtù dell’affetto che gli porto, mai lo avrei fatto se non fossi stata così disperata. –
– Mi spiace davvero…-
– E fai bene a dispiacerti, che la causa della mia disperazione sei proprio tu. E’ colpa tua se Mr Nativity sta gelando ora nel tuo salotto –
– Mia? E perchè? –
– Perchè le tue quotazioni nel borsino dell’editoria sono al ribasso, il tuo nome non vende nè fa notizia, hai già riscosso dall’editore fiducia ed accrediti per un libro che forse non scriverai mai. Vogliono rescindere il tuo contratto per inadempienza e la restituzione dei compensi erogati. Non posso dargli torto, e t’assicuro che volentieri ti mollerei anch’io, ma non riesco d’accettare questo macroscopico fallimento: il mio primo capitombolo in campo professionale.-
– La faccenda riguarda me, Camilla, e tu, invece, come al solito ne stai facendo un affare personale, così tanto da strappare il tuo amico dalla sua calda incubatrice nel deserto per scaraventarlo dentro uno scomparto del ghiaccio –
– E’ anche un mio affare, Mari, e se non ho nulla da rivelare in questa tua biografia, la colpa è esclusivamente tua –
– E lui cosa c’entra?-
Chiedo io ormai fuori di me
– Lui sistemerà tutto! –
La risposta laconica di Camilla.
– Non posso crederci che tu stia dicendo sul serio! –
– Fai uno sforzo e credici –
Controbatte mentre è intenta ad estrarre una cartellina dall’elegante borsa da viaggio Vuitton.
– Non siamo arrivati fin qui per discutere con te ma per avere la tua collaborazione –
Dal divano, Mr Nativity, s’è intanto spostato nei pressi del camino verso il quale tende le mani avido, con una espressione se non beata almeno più distesa (che immagino quella fiammella sia solo una patetica imitazione dei più confortevoli gettiti di calore a cui deve esser abituato il più grande creativo del pianeta)
Dal bordo della pietra, dove s’è perfettamente mimetizzata, gli occhi smeraldini di Lizard, la lucertolina bionda, non lo perdono di vista un istante, mentre, per via del calore, l’ombra sul muro di Kilroy, il freak graffiti writer, inizia a liquefarsi in una languida scia.