Mi sono sentita sollevare in alto, inondata di luce. Una sensazione di leggerezza, niente più pesi sul cuore. E mi sono vista. Con una tunica bianca, come quelle degli angeli, mentre salivo, sempre più leggera. Finalmente! Finalmente giù la maschera! Giù la maschera di brava mamma, brava moglie e soprattutto di brava figlia. Si. Da quando quel mostro d’acciaio rosso ha portato via Maria, io per voi non sono più esistita. E ora, quante lacrime! Quante lacrime mamma, quante lacrime papà! Qualcuno adesso mi sta aspettando per accogliermi in un posto dove non dovrò più indossare nessuna maschera. Dove non dovrò nascondere il mio dolore dietro finti sorrisi e sforzarmi per celare la mia fragilità, i miei malesseri. Mi dispiace mio dolce Marco, tu sei stato l’unico che è riuscito a portare qualche sorriso vero nella mia vita, ma vedi, purtroppo era già troppo tardi. L’indifferenza dei miei genitori ha cominciato a scavare un piccolo solco nel mio cuore e questo solco è diventata una voragine dove sono caduta senza possibilità di risalita. Nemmeno la mia piccola principessa e il mio prode cavaliere hanno potuto riportarmi su. Avrebbero dovuto essere la mia salvezza, ma quando sono venuti al mondo, nel mio cuore era già notte inoltrata e ho deciso molto presto di staccare quel cordone ombelicale che li legava a me. Lo so! Ho rovinato la vita anche a voi, vi ho reso più fragili, non so perché l’ho fatto così. Non so perché ho voluto che proprio voi mi trovaste appesa a quella corda. Perdonatemi! Nemmeno ora che vi guardo da quassù, riesco a capire perché. Roberta De Gennaro 21-04-1974 30-08-2012 Così c’è scritto sulla mia lapide e un’infinità di rose bianche inondano la mia bara oggi, ma io ho sempre trovato sgradevole l’odore dei fiori nelle corone dei morti. Mai come stamattina ho visto il piazzale della chiesa così gremito di gente e vedo voi, i vostri visi bagnati di lacrime e le vostre menti affollate di pensieri, ma io finalmente sono solo Roberta.