E’ solo un ombra sopra uno schermo. Un batter di ciglia e quell’ombra è un gabbiano, una nube stracciata, una spuma di mare, un veliero pirata. Estasiato ti perdi in quel gioco di prisma. Labirintico. Astratto. Eppur così vero. Se allunghi la mano, ecco tocchi il veliero, o almeno lo credi. O, almeno ti pare. Ma quello che vedi ora è nebbia di mare. Rigurgito d’acqua di una fontana, gocce rotonde come occhi di donna che sorride sognante. I lunghi capelli, un groviglio di bosco, e l’illusione par vera nel gioco apparente di  riccioli incolti che propagano ora dalle forcine, come scuri torrenti di acqua e di terra, che la tempesta già irrompe da quell’unica nube che dallo schermo tracima. Un batter di ciglia e s’ avvera il presagio, un turbine folle di vento e di foglie che tutto travolge in una danza furiosa di zolle e di acqua. Ed ecco, nelle righe di pioggia occhieggiano ora tocchi di azzurro, di verde e viola. Petali strappati ad un arcobaleno, coriandoli sparsi dopo una festa, che tu vorresti raccogliere, e stringere in mano,  come prova concreta di un momento vissuto.
Ma è solo un gioco d’ombra che riempie lo schermo.