Gridano le mie lacrime,
finalmente le senti
e non ritardi a ingabbiarle
nella scatola delle orecchie.

S’alza una pioggia
di sabbia e di vento
in volumi selvaggi
di circoli perfetti
che discordano equilibri.

Immoto il tuo corpo
davanti a tanta furia
mentre deficita la tua memoria
di violente tempeste in quota.

Vitreo il tuo sguardo
sulla cascata incessante
del mio pianto amazzone
su cui ramificano
le ciglia degli alberi
e si affrancano sogni piumati.

Dalla cupola del risveglio
prendo coscienza del vero.

Ibernato nel tuo iceberg da tempo
ho intenzione di lasciarti lì per l’eterno.

(Foto dal web)