PREFAZIONE

Negli anni cinquanta, al termine delle scuole elementari si sosteneva l’esame di quinta con la propria maestra e poi il terribile esame di ammissione alle medie con i professori della nuova scuola.
Era il passaggio da essere scolaretti a diventare veri e propri studenti.
Oltre a tutte le materie ci si doveva preparare su cinque personaggi storici a nostra scelta, ora si chiamano ricerche.

P.S Sono passati sessanta anni dal mio esame di ammissione e mi sono divertita a riscrivere i personaggi storici che erano stati oggetto del miei studi. E’ stata un’occasione per ripassare la storia e considerarla da un altro punto di vista.
Comincerò con il primo.
P.S.II Congiuntivi e i condizionali mi costarono l’insufficienza.

ULISSE

Ulisse nacque in una isoletta circondata dal Mar Egeo, posto meraviglioso per crescere ed allevare i propri figli.
Ma le cose non vanno mai come vorresti e lui, che si pregustava una vita tranquilla con la moglie Penelope e il figlio Telemaco, non ebbe mai un attimo di pace.
Cominciò tutto con una guerra e visto che dell’isola era il re, dovette partire per difendere la sua terra.
I suoi alleati sfruttarono le sue doti: era astuto, coraggioso, onesto e non si perdeva mai d’animo. Aveva una grande abilità manuale e, anche se ci vollero dieci anni di assedi e combattimenti, finalmente trovò l’espediente per porre termine a questo incubo.

Si ricordò di quando costruiva i giocattoli di legno per il figlio Telemaco e pensò di costruirne uno anche per i nemici, i Troiani.
Non era esattamente un giocattolo, anche se così doveva apparire, ma una macchina da guerra: un enorme cavallo di legno nella cui pancia erano nascosti i migliori guerrieri e che fu lasciato in dono dai Greci davanti alle mura della città assediata.
I Troiani, creduloni, se lo portarono in piazza e al culmine dei festeggiamenti per quella che loro credevano la fine della guerra: sorpresa! La pancia del cavallo si apre, i soldati escono fuori, danno fuoco alla città e finalmente la guerra finisce, ma con la vittoria dei Greci.
Ulisse può tornarsene a casa, almeno così pensa. Ci sono Penelope e Telemaco ad aspettarlo e soprattutto il suo cane Argo.
La moglie, molto innamorata del marito e fiduciosa nel suo ritorno, è nei guai perché sono in molti coloro che la vorrebbero sposare, considerandola ormai vedova.
Ma lei, che come astuzia non era meno di Ulisse, si inventò un espediente: cucire un sudario per il suocero! Solamente quando fosse stato finito si sarebbe sposata. La furbacchiona, di notte scuciva quello che cuciva di giorno: cuciva e scuciva, cuciva e scuciva, cosa si fa per amore!

Ulisse partì da Troia tutto baldanzoso sperando di raggiungere Itaca in poco tempo. Ma, probabilmente il numero dieci non gli portava fortuna, ci mise appunto dieci anni prima di raggiungere Itaca dove Penelope cuciva, Telemaco cresceva, Argo invecchiava.

Dice la storia che la causa del ritardo fosse il dio Poseidone che era incavolato con lui e lo ostacolava con venti forti e mare grosso ma, in verità, a ogni isola nella quale facevano tappa, lui e l’equipaggio trovavano vino, droghe e donne di ogni tipo.

Ulisse era inattaccabile da questi vizi ma l’equipaggio no e così lui doveva ricorrere alla sua famosa astuzia per salvare se stesso e i suoi marinai: Nascondeva vino e droghe, li legava perché non si buttassero addosso a ogni donna che vedevano; tanti ne salvò ma tanti ne perse mangiati da mostri, trasformati in porci, portati via dal vento e dalle onde.

Lui riuscì anche a far fuori un gigante che per fortuna aveva un occhio solo: con un palo infuocato riuscì ad accecarlo e così tutti si salvarono ancora una volta. Dodici furono le tappe per ritornare a Itaca ma una fu più lunga delle altre. Durò dicono cinque anni e Ulisse li trascorse nell’isola di una ninfa che si era innamorata di lui: Calipso.

Lui resisteva , non voleva tradire Penelope e voleva tornare a casa. La invocava di lasciarlo libero ed in fine lei lo accontentò ma pare che ebbe un figlio da lui: tanto fedele non era stato!

Finalmente, con una barca fornita da un popolo amico, arrivò a Itaca che era in mano ai Proci, suoi nemici. Anche lì usò uno stratagemma per riprendersi la sua terra e la sua famiglia. Si travestì da mendicante, solo il cane Argo lo riconobbe e dall’emozione morì..

Partecipò a una gara organizzata dalla moglie che ormai aveva finito di cucire il sudario (ci aveva messo venti anni…): era una gara di tiro coll’arco.

Naturalmente vinse Ulisse, il più forte, il più furbo e il più coraggioso.
Si riprese sua moglie, la sua terra ma non perse la voglia di navigare, continuò a farlo fino alla morte che avvenne non si sa bene dove.